Il Signore Buddha aveva un cugino perverso che si chiamava Devadatta, che era sempre geloso e determinato a screditarlo. Un giorno, mentre il Buddha camminava tranquillamente, Devadatta gli gettò una pietra molto pesante con l’intenzione di porre fine alla sua vita. Tuttavia, la roccia cadde accanto al Buddha senza toccarlo. Il Buddha vide quello che era successo, ma impassibile, continuò a camminare sorridendo.
Alcuni giorni dopo, tornò di nuovo ad incontrare Devadatta e lo salutò calorosamente.
Molto sorpreso suo cugino gli chiese: Non sei arrabbiato? Ovviamente no, rispose il Buddha. Senza nascondere il suo stupore, Devadatta gli chiese il perché.
Il Signore Buddha rispose: Perché tu non sei più quello che ha lanciato la pietra e io non sono più quello che stava lì quando questa gli è caduta accanto.
Considerazioni personali:
Coloro che hanno consapevolizzato la transitorietà della vita e degli accadimenti, non restano legati alle cose. Per coloro che sanno amare tutto è perdonabile. Inoltre, restare legati all’odio, al rancore ed al risentimento è molto pericoloso in quanto sono proprio questi sentimenti che alla lunga creano le malattie più nefaste nel corpo umano. È di fondamentale importanza essere consapevoli che la vita è in continua evoluzione e cambiamento e che le cose non sono mai le stesse e che quindi è necessario lasciarsi alle spalle le cattive esperienze del passato. In effetti, solo attraverso il perdono possiamo liberarci dal risentimento ( erbaccia velenosa che contamina l’Anima) e andare avanti sul Sentiero evolutivo della consapevolezza.
Un abbraccio di Luce e Pace e buon fine settimana per tutti con Amore Francesco Das Atmananda (G.B.)
Non ha molta importanza cosa avete pensato, creduto, sentito o fatto in precedenza. Questo è un nuovo giorno. (Cheri Huber)