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Twin Towers Torri gemelle… quale la verità? (Digressione 19)

18 Maggio 2015 - DIGRESSIONI

World_Trade_Center,_New_York_City_-_aerial_view_(March_2001)

Sostengo la tesi del complotto americano. E vi rimando a parlarne con lo studioso Francesco Cusa.

http://www.francescocusa.it

Dalla fonte wikipedia di seguito un sunto.

Seppure l’impatto e l’energia liberata dalle esplosioni degli aerei fossero stati sufficienti a produrre il crollo delle due Torri, secondo i sostenitori della teoria del complotto rimarrebbe difficile spiegare le ragioni del crollo di un terzo edificio (il World Trade Center 7) di 47 piani, che non fu colpito da alcun aereo ma solamente da detriti provenienti dalle Torri. Il World Trade Center 7 fu colpito dalle macerie della Torre Nord ma a causare il crollo furono gli incendi che si erano innescati e che bruciarono per quasi sette ore causando la dilatazione termica dell’acciaio strutturale e il conseguente cedimento della colonna primaria e del successivo collasso dell’edificio.
Secondo altre ipotesi, gli incendi furono di durata troppo breve per indebolire una massa d’acciaio come quella delle Torri, peraltro a non più di 700 °C. In merito a questo problema, l’immagine della Torre sud mostra come l’incendio fosse particolarmente circoscritto e in via di esaurimento. E tuttavia, essa crollò prima della Torre nord, che bruciava più intensamente. Tecnicamente, è però corretto sottolineare che – come indicato in precedenza – un normale incendio di appartamento supera i 1000° centigradi, temperatura alla quale l’acciaio, soprattutto se privato delle protezioni antincendio (devastate dall’impatto con l’aereo), perde l’80/90% della sua capacità di tenuta anche senza arrivare al punto di fusione. In proposito, il noto architetto Renzo Piano risponde così a precisa domanda: “Quando ha capito che le Torri sarebbero crollate? «Dopo un minuto. Era scontato. Vede, l’acciaio fonde a mille gradi e un impatto di quel tipo, un aereo carico di carburante scagliato a quattrocento all’ora, scatena un calore di duemila gradi.».”

La Torre Windsor dopo un incendio durato 24 ore
In una relazione della FEMA del 1991 si legge che un incendio in un grattacielo di Philadelphia (il One Meridian Plaza) aveva generato fiamme così estese che «le travi maestre e quelle secondarie si erano piegate e contorte (…) ma (…) nonostante le straordinarie proporzioni del fenomeno, i pilastri avevano continuato a sostenere il carico senza riportare danni evidenti». Rispetto a questo evento una differenza importante è data dalla dinamica: l’impatto dell’aereo ha infatti distrutto alcune colonne, questo unitamente all’incendio ha fatto crollare le Torri. Altro confronto è quello con la Torre Windsor a Madrid che è in ogni caso poco utile poiché, oltre ad essere più piccola, essa poteva contare su un nucleo centrale e alcuni piani interamente in cemento mentre la struttura del WTC era in solo acciaio. Inoltre le dinamiche dell’incidente furono completamente diverse. Nel caso specifico dell’incendio della Torre Windsor, poi, l’indagine approfondita degli effetti dell’incendio sulla struttura in cemento armato ha evidenziato i serissimi danni da essa riportati, che imposero l’abbattimento della costruzione, mentre la struttura portante in acciaio dei piani superiori crollò completamente e quindi l’esempio dell’incendio della Torre Windsor è esattamente l’opposto di ciò che sostengono i complottisti: la struttura in acciaio della Torre di Madrid è crollata per effetto del solo incendio, come verificabile dalle immagini fatte durante il sopralluogo tecnico delle autorità spagnole. Analoghe riflessioni in merito alla diversità delle strutture e delle dinamiche possono essere svolte in relazione a altri incendi in altri edifici:
la Caracas Tower (2004) – che bruciò 17 ore su 26 piani. La struttura però era prevalentemente in cemento armato
First Interstate Bank (1988) – che bruciò 3 ore e 1/2 su 4 dei 64 piani.
1 New York Plaza (1970) – che bruciò per più di 6 ore.
Al di là dei singoli casi citati tutte le affermazioni dei complottisti sono state ripetutamente smentite, con fonti precise.
Gli argomenti dei teorici del complotto
I sostenitori della teoria del complotto hanno definito alcuni aspetti dell’evento come “problematici”; molte delle loro osservazioni, che si riportano di seguito a mero titolo storico-descrittivo, sono state evidenziate come errate dalle indagini tecniche successive (ad esempio, quelle del NIST).

Schema di una delle Torri Gemelle
La FEMA parla di «crollo consecutivo dei solai, perpendicolarmente gli uni sugli altri», ma:
In ogni solaio del centinaio di piani dei due edifici avrebbero dovuto “sbriciolarsi” centinaia di travi d’acciaio collegate ai 283 pilastri
Le Torri, secondo i complottisti, crollarono nel giro di 10 secondi: per 400 metri d’altezza, ciò equivarrebbe a un volo in caduta libera, senza nessuna resistenza – neppure di un secondo – da parte degli 80 piani sottostanti alla zone incendiata (quasi un cedimento istantaneo di tutti i solai contemporaneamente). Queste affermazioni, mai provate da parte dei sostenitori delle teorie del complotto, sono viziate dal fatto che il tempo di caduta viene calcolato basandosi sul momento in cui i primi detriti toccano il suolo, e non gli edifici nella loro interezza.
Il crollo delle Torri è stato totale lasciando un cumulo di macerie sbriciolate alto pochi piani: «Perché la parte inferiore di quei massicci pilastri centrali non rimase in piedi dopo il crollo? Se è vero, come si sostiene ufficialmente, che i danni maggiori furono causati dagli impatti e dagli incendi ai piani superiori, e di conseguenza i solai caddero schiacciandosi gli uni sopra gli altri, allora ci si aspetterebbe anche che i massicci pilastri d’acciaio del nucleo centrale fossero rimasti in piedi quantomeno per 20 o 30 piani della parte inferiore» (Peter Meyer), come infatti avvenne nella pratica generando delle vere e proprie “guglie” che resistettero alcuni secondi dopo il crollo
«[Il crollo] diventa comprensibile se le basi dei pilastri d’acciaio furono fatte saltare con esplosivi collocati al livello delle fondazioni. Con le basi ridotte in polvere e i pilastri d’acciaio centrali spezzati da esplosioni causate in più punti lungo le Torri Gemelle, i solai superiori persero l’appoggio e crollarono al suolo in circa dieci secondi» (Peter Meyer, cit.). L’analisi delle registrazioni dei crolli, tuttavia rende evidente come i medesimi si svilupparono a partire dai piani interessati da impatti ed incendi verso il basso e non viceversa.
«In entrambi i casi gli incendi all’interno degli edifici si placarono dopo poco tempo, sprigionando soltanto fumo nero e caliginoso. Se le Torri Gemelle furono abbattute di proposito, con l’intenzione di attribuire la causa del crollo agli incendi (…) allora l’ultimo istante utile per farle cadere sarebbe stato proprio quello in cui le fiamme si stavano estinguendo. Poiché l’incendio della Torre sud è stato provocato dalla combustione di una quantità minore di carburante rispetto a quello della Torre nord, le fiamme dell’edificio sud cominciarono a spegnersi prima. Quindi, chi controllava la demolizione fu costretto a far crollare l’edificio sud prima di quello nord» (Ibid.)
«Ai miei occhi, il problema in assoluto più evidente riguarda la fonte dell’enorme quantità di polvere sottilissima che abbiamo visto generarsi durante il crollo (…). Che cosa ha prodotto l’energia necessaria a trasformare tutto quel cemento in polvere? (…) Poiché l’accelerazione di gravità durante il crollo dovrebbe essere al massimo di 9,8 m al secondo quadrato, all’inizio tutto si muove lentamente (…). È assai difficile immaginare un meccanismo fisico che generi tanta polvere quando delle lastre di cemento battono le une contro le altre a una velocità di 35 o 45 km all’ora»
«All’incirca 100.000 t di cemento per ciascuna Torre si trasformarono in cipria. Questo richiede un mucchio di energia»
«Per ridurre il cemento a una polvere sottile come cipria bisogna impiegare dell’esplosivo
«Quasi ogni pezzo di entrambe le Torri era spezzato nei punti di giunzione»
La rivista specializzata «Fire Engineering» collegata al corpo dei vigili del fuoco di New York, e ingegneri della protezione civile, hanno sostenuto che «i danni strutturali provocati dagli aerei e dalla combustione del carburante, avvenuta per esplosione, non furono sufficienti a far crollare le due Torri»
I detriti delle Torri
Alcuni circa i detriti delle torri hanno avanzato ipotesi che porterebbero a pensare ad un attentato con esplosivi; a sostegno si addurebbero argomenti come:

Ground Zero
«Per provare che i pilastri d’acciaio delle Torri Gemelle furono fatti saltare con esplosivi, bisognerebbe averne esaminato i frammenti rimasti fra le macerie, per vedere se vi fossero tracce di quello che gli esperti di metallurgia chiamano “accoppiamento”. Ma i detriti del WTC furono rimossi il prima possibile, senza che fosse possibile sottoporli a perizia legale (…). Le oltre 250.000 tonnellate d’acciaio provenienti dalle Torri Gemelle furono vendute quasi completamente ai commercianti di rottame di New York, e quindi caricate a tempo di record su navi dirette in Cina e Corea, rimuovendo così qualsiasi prova» (P. Meyer, cit.)
Resoconti giornalistici ricordano che l’acciaio è stato invece esaminato. Il documento scritto in proposito dagli esperti che hanno analizzato il metallo delle Torri è liberamente scaricabile. Le decine di migliaia di tonnellate d’acciaio delle Torri Gemelle non furono immediatamente vendute per essere riciclate, ma in gran parte conservate nella discarica di Staten Island. In proposito una trave d’acciaio alta dieci metri appartenente alla Torre sud è stata rimossa soltanto il 29 maggio 2002; è stata poi trasportata in un magazzino per essere trasformata in un monumento alla memoria. Altri pezzi, durante il 2003, furono raccolti dalla discarica e trasportati via mare in un cantiere navale, per essere utilizzati nella costruzione della prua di una imbarcazione da guerra per la Marina americana; altri ancora furono venduti all’India che li utilizzò per progetti edili.
I lavori per la rimozione delle macerie sono terminati soltanto otto mesi dopo il crollo delle Torri, con la rimozione dell’ultima trave del 29 maggio 2002: “Si trattava della trave 1.001 B della Torre 2 del World Trade Center, che ha portato il totale delle macerie rimosse dalla voragine all’incredibile cifra di 1,8 milioni di tonnellate, facendo superare i 3.1 milioni di ore di lavoro in otto mesi.”
Tali tesi, legate alle cosiddette “teorie del complotto”, sono state criticate ed analizzate da debunker, in Italia da Paolo Attivissimo e il Gruppo Undicisettembre.

 

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