Il 3 maggio a La Casa del Jazz a Roma e il 4 maggio al Teatro Rossi Aperto a Pisa grandi applausi per #improvvisatoreinvolontario e grandi riconiscimenti per me medesimo. Il nostro conduttore Francesco Cusa, ormai uomo appanzato di stile cubano, al quale manca solo il sigaro da bagnare nel culo di una qualunque Monica Levinskij, si emozionava alla vista dei colori spruzzati dalla live painter Raffaella Piccolo, che in un’ora e quindici minuti circa realizzava il meraviglioso quadro visibile in questo post. Soggetti inquietanti giungevano da sei ore di viaggio milanesi: Vito Emanuele Galante, violento trombettista con compagna a sopportarlo e con lo spilungo con una scimitarra da quaranta centimetri Alessandro Borsone transfiguer da superman ad avida morta con Tieè pronto. In area d’emergenza cattolica s’ergevano alte le ugole della suora Costanza Alegiani e del cappellano di periferia Filippo Crudetti. S’associava lui, il grande presidente trombatore Mauro Medda, col quale ci si guardava sempre e tristi ci si chiedeva “perché Zeman non è tra il pubblico?”. L’interesse saliva, l’aspiratrice d’oggetti fallocratici Cristina Italiani, flautavizzava per coprire suoni di scorreggia elettronica emessi da un finto pianista, Piergiorgio Pirro, che in accordo con Ascanio e Francesco fonici in ordine a Roma e Pisa, decidemmo di non farlo rimanere male dicendo che lo si sentiva: in verità solo lui sapeva di sentirsi…che caro ragazzo…si portò pure il pubblico dalla lungimirante e lontana Abruzzo (39 secondi di strada). Particolare la presenza dei due bassisti nonché controbassisti. Alti mabeude 7 metri, pesanti 700 kg di muscoli con una minchia di 70 cm Riccardo Gola a Roma e Gabriele Evangelista a Pisa, raccoglievano consensi, sempre dopo me, perché conosciuti nei rispettivi lochi, che t’aspetti da due che giocano in casa? Scherzi a parte, sorprese straordinarie! Un sereno Paolo Sorge che in due giorni aveva dormito più d’ogni altro, 44 ore su 48…improvvisava scene di panico da sonno: lo risvegliai citando i suoi colleghi augurando loro la morte e più buona sorte per lo stesso. Nella mia schiena, solo nella mia schiena, s’attempava a mo di suonatore il mio vicino #EmilioLongombardo che mi infilzava la tastiera della sua chitarra in schiena, s’era come Giuda, lui, Cristo io. #BernardoGuerra l’unico a prendere consensi reali, sempre dopo me, batteva in batteria quasi picchiasse uno juventino, lui toscanaccio e fiorentino. Il nostro guest #AntonelloSalis, seguiva attentamente le gesta del maestro #Cusa, tra matusalemmi ci si intende! 137 persone su 150 posti disponibili per ascoltarci. Buoni gli applausi straordinari i consensi. Si finiva a mangiare “ar bucaiolo” a Roma, e al KONTROKEBABA a Pisa…. sai che ti perdi: ne avrò di scorreggie per un mese, tra fagioli e cotenna e pseudo kebab vegetariani. W IO. W i Naked Musicians!