Da Sololibri.net del 22 settembre 2022
Il tornello dei dileggi di Salvatore Massimo Fazio
Si considera un “nichilista ravveduto” Salvatore Massimo Fazio. Nessun titolo di studio esibito, scuole o corsi seguiti: apparentemente senza parte ma di tanta arte, invece, considerato il resto del curriculum rintracciato nel web per l’autore di un romanzo d’esordio divertente, leggibile, per niente scontato, creativamente sconnesso. Il tornello dei dileggi è uscito a novembre dell’anno scorso, per i tipi Arkadia (2021, collana Eclypse, 102 pagine).
Editore cagliaritano per uno scrittore originario di un’altra grande isola mediterranea, la Trinacria: Salvatore Fazio detto Massimo è nato a Catania, nel 1974. Si presenta scrittore, filosofo e pittore. È anche giornalista e agitatore culturale. Ha vissuto a fasi alterne tra Catania, Roma, Eastbourne, Bodo, Torino e Biella. Collabora con il quotidiano nazionale “La Sicilia” e con il mensile catanese “Paesi Etnei Oggi”. Scrive sulle pagine del web magazine “SicilyMag”. Ha creato nel 2014 il blog “Letto, riletto, recensito!”.
Prima laurea nel 2002, a Catania, con una tesi di estetica, Cioran e Sgalambro: un confronto, discussa davanti alla commissione tra le polemiche con il docente di filosofia correlatore. Dallo stesso Sgalambro, conosciuto casualmente anni dopo durante, è stato definito il discepolo. Prima pubblicazione nel 2005 I dialoghi di Liotrela. L’albero di Farafi o della sofferenza, contraddittorio tra un filosofo, un demiurgo e un uomo di autostrada, sviluppato insieme al poeta Giovanni Sollima.
Seconda laurea nel 2007 (e non si vanta mai d’essere “dottore”), con una tesi che decreta la prevalenza della pedagogia sull’inflazione della psicologia. Primo premio nel concorso nazionale Segni d’amore 2009, anno in cui ha dato alle stampe il racconto Villa regnante, seguito nel 2011 dalla riflessione sulle grandi tematiche dell’uomo, Insonnie. Filosofiche, poetiche, aforistiche, strutturata in tre parti, prosa, poesia e massime e tradotta in Spagna e Norvegia. Nel 2016, con il saggio Regressione suicida dell’abbandono disperato di Emil Cioran e Manlio Sgalambro, si è smarcato dal pensiero specie di quest’ultimo. Nel 2019 è entrato nell’antologia Catanesi per sempre. L’anno dopo in Siciliani per sempre. Ha ricevuto un’onorificenza nell’Istituto Italiano di cultura di Oslo. Presidente del comitato scientifico del Festival internazionale del libro e della cultura di Catania “Etnabook”, ha presieduto nel 2021 la giuria del primo contest regionale “Sicilia Dime Novels”.
Altre notizie biografiche? Nel 2007, il più noto tra i docenti di estetica, Umberto Eco. volle conoscere Fazio e Sollima, pensando di adottare come corso monografico il pamphlet scritto dai due. Massimo raggiunse in treno Bologna, per incontrare “l’uomo che tutto conosce”. Del testo non se ne fece niente, ma Eco chiese una copia autografata, per lo stupore dei due autori.
Dal 2010, con il conduttore Ubaldo Ferrini ha proposto per anni un talk-show di successo nelle radio locali, “Permette una parola?”, interazione sulla vita e sulla quotidianità con il pubblico in ascolto e presente in platea.
Gira tutto l’anno a dirigere rassegne artistiche per conto di Comuni italiani e di privati. Ha fatto parte del collettivo jazz Improvvisatore Involontario, come unico pensatore, filosofo e oratore dal palco.
Come si vede, una vita ch’è quasi un lungo romanzo e anticipa il suo ingresso nella narrativa, con questa storia breve, tanto personale, dalla prosa molto soggettiva, che qualcuno considera autobiografica e che Fazio conclude con un epilogo falso e uno vero. Tanti i personaggi, tra Milano, Torino e Catania, soprattutto quelli in primo piano, che se cercavano un autore, lo hanno trovato.
Incontriamo per primi Adriana e Paolo. Si conoscono poco, si piacciono, ma lei non fa un passo, “quasi a volere l’autorizzazione di un Terzo ingombrante, troppo mitizzato, che scelga e dia approvazione”, scrive Salvatore Fazio.
Lui sta intanto lasciando Giovanna, che non riesce più a stargli dietro. Paolo cerca il distacco, che lei non vorrebbe ma che a conti fatti si realizza. È misogino, anche anticonformista viscerale, avversa il pensiero unico, si dichiara a favore della pena di morte. Volto noto in televisione, è ospite provocatorio di talk show e cura il format “Il tornello dei dileggi”.
Il tornello vuol dire secondo Massimo che tutti ti derideranno almeno una volta, e anche quando l’avrai fatta giusta, non ti prenderanno sul serio lo stesso. Ha spiegato che Paolo e Giovanna sono la metafora del compagno che vota a destra e della femminista che si lascia andare al classico gesto di libertà delle militanti ma non ci crede. “Non esistono circostanze, come non esistono ispirazioni o ideazioni”, la storia di Adriana, Giovanna, Paolo e dei tanti altri personaggi è il portato di alcune o altre scelte di vita nella società occidentale.
Non m’intendo di filosofia, ma va citato che Salvatore Fazio è considerato fondatore del nichilismo cognitivo, caratterizzato dal pessimismo “nell’accettare la condizione del vivere come punizione in era contemporanea”.