Da SicilyMag.it del 18 ottobre 2024
“Nonostante i segreti del tempo”, l’inno alla forza femminile di Josina Fatuzzo
Pubblicato da Tipheret, il nuovo romanzo di Josina Fatuzzo sta tuonando con intercessioni su una Sicilia stupenda, vissuta in epoca nobiliare, dove le ipocrisie della borghesia d’un tempo, uguali a quelle attuali, mettono a dura prova due sorelle ereditiere. Il romanzo si erge come una potente esplorazione della condizione femminile, affrontando tematiche di identità, amore e tradimento attraverso una narrazione densa, certosina, oculata e avvincente
Nel panorama contemporaneo della letteratura italiana, “Nonostante i segreti del tempo” (Tipheret, pp. 208, € 20,00) di Josina Fatuzzo si erge come una potente esplorazione della condizione femminile, affrontando tematiche di identità, amore e tradimento attraverso una narrazione densa, certosina, oculata e avvincente. L’autrice che ha raccolto diversi premi di livello, è romana di nascita ma trapiantata a Siracusa, e presenta una notevole vitalità culturale, come riporta Salvatore “Turi” Scalia nella prefazione dichiarando che quando ci si ritrova in una salotto letterario delle sorelle Fatuzzo, nell’Aretuseo, tutto prende nota di qualità e bellezza”.
Il romanzo, che appare autobiografico, proprio per quella impronta iniziale che troviamo nella prefazione di Scalia, è ambientato nella Sicilia storicamente aristocratica e affascinante, e si dipana attraverso le vite di due donne ereditiere, Maria Francesca e Viola, le cui storie si intrecciano in un gioco di riflessi e rivelazioni che attraversano il tempo.
Maria Francesca è una professoressa di storia alle prese con una crisi esistenziale profonda. La sua vita viene stravolta dalla tragica morte del marito Corrado, un evento che segna non solo la fine di una relazione, ma anche la distruzione delle sue aspettative future. La sua esistenza, una volta vibrante di promesse e aspirazioni, si riduce a un isolamento lacerante, alimentato da un dolore che la costringe a rifugiarsi nei suoi lavori accademici e nei ricordi di un amore che non esiste più. Questo senso di vuoto viene amplificato dalla scoperta di una villa abbandonata, La Carrubiera, ereditata da Viola, una figura del passato che diventerà cruciale nel viaggio interiore di Maria Francesca.
La Carrubiera, con la sua architettura decadente e il giardino incolto, non è solo un luogo fisico, ma un simbolo di memorie, segreti e storie da scoprire. Attraverso le ampie finestre e i corridoi polverosi, Maria Francesca inizia a esplorare le stanze di questo antico palazzo, in un percorso di riscoperta non solo della storia della villa, ma anche di se stessa. La scrittura di Fatuzzo riesce a evocare la bellezza e la malinconia di questo spazio, trasformando ogni descrizione in un invito a immergersi in un passato ricco di sfumature.
Ci sono degli interessanti colpi di scena, che possiamo svelare come la figura di Viola che emerge dalle pagine di un diario che Maria Francesca trova tra gli arredi dimenticati. Le sue parole, scritte durante la Seconda Guerra Mondiale, raccontano un amore intenso, ma anche una vita segnata da dolore e rinunce. Viola, intrappolata in un matrimonio infelice, trova rifugio in un legame con un soldato, il Maggiore Davis, la cui presenza diventa per lei una fonte di speranza e desiderio. La sua storia di amore proibito e di resistenza personale si intreccia con quella di Maria Francesca, creando un dialogo tra epoche e emozioni che arricchisce entrambi i personaggi.
Mentre Maria Francesca legge il diario, le pagine di Viola si trasformano in un ponte che la collega a un’altra donna, a una realtà che, sebbene distante nel tempo, risuona con i suoi stessi sentimenti di solitudine e ricerca di identità. Viola, con le sue fragilità e la sua forza, diventa una guida spirituale per Maria Francesca, che si trova a riflettere sulla propria vita e sulle scelte fatte. Questo processo di introspezione è amplificato dalla bellezza e dalla tragedia della storia di Viola, il cui coraggio nel cercare la felicità diventa un faro di speranza.
Un aspetto interessante del romanzo è la critica sottesa alle convenzioni sociali e ai vincoli che spesso imprigionano le donne e che seppur se ne volesse fare a meno in qualche modo ancora oggi resistono. Josina Fatuzzo infatti, riesce a mettere in luce le ipocrisie della società borghese del tempo, mostrando come le apparenze nascondano una realtà di dolore e sacrificio. Quasi una speculazione rielaborata di ciò che l’ermeneutica potrebbe consegnarci con il suo principale movimenti: l’interpretazione. Ma continuiamo a esplorare questa brava autrice quando fa emergere che la lotta di Viola, per affermare la propria individualità in un contesto opprimente, è emblematicamente parallela alla crisi di Maria Francesca, che si rende conto che il suo amore per Corrado potrebbe non essere stato quello che immaginava.
In questo senso, il romanzo diventa anche una riflessione sulla costruzione dell’identità femminile e sull’importanza della memoria. Le storie delle donne del passato non sono solo racconti da ascoltare, ma esperienze da cui apprendere e crescere. Fatuzzo pone una particolare enfasi sulla necessità di conoscere le proprie radici, le proprie origini, per poter affrontare le sfide del presente. La scrittura diventa quindi uno strumento di liberazione, un modo per dare voce a chi è stato muto e per riscrivere la propria storia.
“Nonostante i segreti del tempo” è scritto in stile cristallino seppur alcuni passaggi appaiono o troppo estesi o rallentati, seppur è vero che questo rallentamento pone al lettore la possibilità di riflessione specie quando si affronta la determinazione dei personaggi e l’intensità delle emozioni sempre di questi, che riescono a mantenere il lettore coinvolto, rendendo l’esperienza complessiva profondamente appagante.
In definitiva, “Nonostante i segreti del tempo” è un romanzo che invita a una riflessione profonda sulla condizione femminile, sul peso della storia e sulle relazioni umane. Josina Fatuzzo, con la sua prosa evocativa e i suoi personaggi ben costruiti, ci porta a esplorare il complesso intreccio tra passato e presente, evidenziando come le esperienze vissute possano guidarci verso la riconquista della nostra identità. La resilienza e la determinazione di Maria Francesca e Viola ci ricordano che, nonostante i segreti e le ferite del passato, c’è sempre spazio per la speranza e la rinascita.