Da Sicilymag del 19 aprile 2019
Cono Cinquemani: «Venite a curarvi al Pronto soccorso letterario»
Il 23 aprile, in occasione della “Festa del libro”, il camaleontico scrittrore, musicista, teatrante presenterà il progetto itinerante di libroterapia alla Mondadori di Piazza Roma a Catania: «Siamo una psicoanalista, una psicoterapeuta, 3 figure editoriali, un addetto stampa e io che cerco di amalgamare questa miscela. Noi siamo convinti del potere curativo della lettura»
Dalla filosofia, madre di ogni supporto, letteralmente amore per la sapienza, per il conoscere, al Pronto Soccorso Letterario, il passo non è per nulla facile né breve. E sicuramente ardito e coraggioso è il progetto del camaleontico Cono Cinquemani, che assieme ad una equipe di specialisti di diversi settori dell’animus, del comportamento, della comunicazione, ha creato uno studio “medico-libresco” virtuale (e itinerante) che simula il più tradizionale pronto soccorso medico dove i camici degli addetti ai lavori si diversificano per qualifica ma tutti si spingono a fare il bene degli altri. Obiettivo far capire il potere curativo dell’amore per la sapienza che troppi baroni della cultura istituzionale hanno distrutto, scaricando le proprie tensioni e frustrazioni, insegnando quotidianamente l’arte della discriminazione, nonostante, possibilmente, un background politico di stampo socialista. Un clima accademico che spesso spinge anche giovani trentenni ad ergersi animali da cattedra e creare scompensi pedagogici, più che sostegni come ogni bravo docente dovrebbe saper fare.
Martedì 23 aprile in occasione della giornata internazionale della “Festa del libro”, dalle 18.30 il Pronto Soccorso Letterario si presenterà ufficialmente in prima nazionale a Catania, al Mondadori BookStore di Piazza Roma 18. L’evento segue alcune precedenti presentazioni ufficiose, come quella del 13 aprile scorso (un tripudio) tenutasi alla Libreria Pescebanana di Umberto Bruno, sempre a Catania, con gli scrittori Mirko Giacone e Cirino Schillaci, che hanno raccontato in modalità del tutto nuove, grazie alla direzione dall’equipe del PSL, il loro ultimo libro “Onorata società”, pubblicato da Bonfirraro editore. Sarà occasione, inoltre, per conoscere l‘equipe della libroterapia al completo formata dalle psicoterapeute Alessia Sciuto eAlessandra Leucata, dalle consulenti editoriali Agata Squillaci, Tiziana Squillaci e Diana Anastasi e dall’addetta stampa e social media manager Sara Adorno, che erudiranno il pubblico alla scoperta di questo nuovo intervento per leggere “il mondo” e “guarire con fiale di pagine, compresse di libri e flebo di copertine”.
Naturalmente non mancherà il deus ex machina, Cono Cinquemani, apolide fisico, per prafrasare il titolo di una opera di Emil Cioran, data la sua professione nelle cabine degli aerei, che divertito e chirurgicamente lucido e dettagliato così esordisce, all’incontro avvenuto dopo un atterraggio d’oltre confine, nella città etnea. «Già il mio nome e cognome sono tutto un programma. Dunque sono pronto a tutto». Non nascondo che rimango un po’ basito, sarà il mio terrore per i voli, che sono costretto a praticare, ma leggo negli occhi di quest’uomo sulla quarantina, una energia non indifferente e un senso di calma e rassicurazione che bravi spiritualisti o psicoanalisti emanano ai loro allievi o pazienti.
Cono Cinquemani alla libreria Pescebanana di Catania
Non sei nuovo nel mondo della cultura e dell’arte, da dove questa illuminazione del Pronto soccorso letterario?
«Sono entrato nel mondo dell’arte da cantautore, da lì l’incontro con la scrittura che è l’incipit di questo progetto. Dalla curiosità delle cadenze e dialetti siciliani, ho scoperto variazioni delle parlate del siciliano. C’era anche un mix linguistico, parlato in America, il siculo-americano battezzato come Siculish, sulla falsa riga dello Spanglish, che era una fusione tra slang ispanici e angloamericani. Ecco il sunto del mio esordio con un album musical metà in italiano e metà in siciliano».
La sola conoscenza e scoperta delle cadenze e dei dialetti, quindi, ti ha ispirato l’album musicale per continuare con altro e approdare questo filantropico progetto di supporto che è la libroterapia?
«Negli anni ho studiato quanto più ho potuto, sino ad arrivare ad un lavoro corposo. Campioni di termini, esaminati, proposti. Ogni termine era il frutto di 8 campioni, cioè i sottoposti agli “esperimenti” linguistici dovevano aver incontrato almeno 8 volte i termini che scoprivo. Dopodiché arrivai alla musica e al brano della canzone, che durava circa 3 minuti. Ma questo non mi bastava».
E quindi?
«Succede che da questo non bastarmi, nasce un progetto teatrale ed editoriale. Ci fu l’incontro con la Aut Aut casa editrice che pubblicò il mio romanzo Zia favola – Una storia Siculish. Fu un esperimento di ricerca che andò benissimo, perché raccolsi tante soddisfazioni. Ebbe davvero un senso compiuto. Da lì mi sono accostato al mondo editoriale, libri, letteratura. Un amore nascosto che è emerso: più libri leggi più te ne innamori, fino a quando mi capitò un libro tra le mani di una pittrice e una scrittrice, Susan Elderkin ed Ella Berthoud. Queste, che per la Canongate Edimburgo pubblicarono The Novel Cure che in Italia arriva con la traduzione curata da Fabio Stassi. Ebbi una illuminazione. Il volume è un prontuario che cura tante patologie, ovviamente l’approccio è ludico, perché chi se n’è occupato non è medico né libroterapeuta».
Libroterapia come biblioterapia, sino a rilanciarti nel teatro che è terapeutico. La ricerca che hai svolto ha sortito novità prettamente terapeutiche con il libro?
«Esatto. Ho cercato di teatralizzare l’idea della biblioterapia. La letteratura ha un potere curativo. La pratica della libroterapia, nonostante abbia origini recenti, fu impiegata già negli anni trenta da Karl e William Menninger, della famosa Clinica Psichiatrica Menninger, per pazienti con lievi nevrosi o problemi di alcolismo, o come supporto per i parenti dei pazienti o per i genitori dei bambini».
E lì si ferma. E tu rilanci in Italia?
«Non ho questo potere, però ciò che accadde alla Menninger, poi si diffuse in Europa, più precisamente negli ospedali psichiatrici, fino arrivare ai giorni d’oggi anche in Italia. È diventata a tutti gli effetti uno strumento di crescita cognitiva e socio-affettiva nel trattamento psicoterapeutico e socio pedagogico, entrando a pieno titolo nell’area delle discipline dell’arte-terapia».
Dietro al PSL c’è un mondo, di studio, ricerca, anche le persone che con te si sono attivate…
«Siamo un gruppo di 7 persone, abbiamo alleggerito un po’ biblio e libro terapia. C’è un libraio che non può sostituire lo psicologo, quindi si crea uno staff che comprende una psicoanalista, una psicoterapeuta, 3 figure editoriali e un addetto stampa e io che cerco di amalgamare questa miscela.. Noi siamo convinti del potere curativo della lettura».
Dove si trova la vostra sede?
«Non c’è una sede fissa, perché cooperiamo con studi e librerie. Abbiamo iniziato, proprio a Catania con la Libreria Pescebanana. Andammo con un prontuario e verificammo le eventuali “patologie”. Dunque la libreria diventa un presidio dove il libraio, nel caso specifico fu Umberto Bruno, sa consigliare il libro da associare per abbattere quel disagio o quella patologia».
Cono Cinquemani e Umberto Bruno di Pescebanana
Qualche esempio?
«Certo, con piacere. L’avaro è curato con “Mastro don Gesualdo”, perché si parla di avarizia. Il progetto prevede l’inclusione di diverse librerie cosi da sapere dove andare e dove inviare le persone che incontreranno diversi librai che saranno la luce del supporto».