Da L’Urlo del 20 maggio 2020
Nick Hornby è una di quelle persone che riesce a scrivere con passione l’amore per l’Arsenal.
Pubblicato per Guanda, Febbre a 90, continua ad essere un caso letterario, nonché un best seller di genere, ma anche di narrativa sociale e familiare.
Stessa spinta emozionale per sapere chi è la donna della tua vita: l’Arsenal
Detto dallo stesso autore, per il calcio si prova la stessa passione di quando ci si innamora delle donne.
Sino a capire qual è la donna della vita e per quest’ultima, tu che sei il suo uomo della vita.
In questo bel libro, autobiografico, Hornby narra gli anni della sua adolescenza fino alla crescita e maturità. Per capire veramente e a fondo il pensiero del tifoso dell’Arsenal bisogna calarsi nel mood di questo bravo autore. Tanti di noi abbiamo avuto il primo impatto, da piccoli, con dei riferimenti importanti. La famiglia, nel caso dell’autore la figura del padre. La scuola pur’anche, dove ci si confronta coi propri coetanei di fede calciofila più disparate. Crescendo si avverte un bisogno quasi fisico nel sposare la causa di una squadra di calcio, il tutto scaturente da un amore che è inspiegabile, che non ha traduzioni a parole.
L’Arsenal
Nel caso del nostro autore il calcio ha un solo nome: Arsenal. Fra i tanti incontri raccontati, con la giusta e doverosa dovizia di particolari, mi piace risaltare un passaggio molto importante.
La giornata perfetta. Ecco come la descrive il buon Nick: “perché una partita fosse veramente memorabile a quei tempi; perché fosse il genere di incontro che mi mandava a casa facendomi sentire realizzato, bisognava che venissero soddisfatte le seguenti condizioni: dovevo andare con papà; dovevamo pranzare in un fish and chips (seduti senza dividere il tavolo con nessuno); dovevamo avere dei posti nella tribuna ovest superiore (la tribuna ovest perché così puoi vedere il corridoio da cui escono i giocatori e puoi dare loro il benvenuto prima di tutti gli altri). L’Arsenal doveva giocare bene e vincere con almeno due gol di scarto e papà non si dimenticasse il cappotto per non sentire troppo freddo e non farmi sentire in colpa a insistere di voler rimanere fino alla fine della partita e oltre“.
Serie A italiana
È pur vero che non sempre si riesce a identificare di quale città squadra o stadio narri l’autore, però ci sono delle citazioni riferite a dei giocatori che hanno avuto un passaggio nel campionato italiano, uno dei più famosi Liam Brady che giocò nell’Inter nella Sampdoria, nell’Ascoli e nell’altra squadra di Torino.
Calcio, vita propria e altro interessante spunto
L’autore accompagna chi legge verso un excursus della sua vita, che è un pò quella che farebbe un qualunque altro personaggio che scrive in modalità semi autobiografica.
Un altro passaggio interessante è la transizione dalla scuola al campo di calcio alla domenica. Con relative citazioni di risultati, specie quelli positivi a favore dell’Arsenal, di giocate e giocatori che lasciavano un segno particolare, anche negativo.
Tifosi di calcio che si incrociano e scontrano: hooligans
Molto piacevole il racconto di episodi di tifoserie che si scontravano nelle tribune perdonando la causa della propria squadra. Nel racconto non manca pure il fattore ontologico per antonomasia: l’autore narra della separazione dei propri genitori con conseguente distacco della figura paterna che dovette andar a vivere in Francia dove convolò a nuove nozze. Questo distacco comportò che il giovane legò con degli amici altrettanto tifosi, che gli aprirono un mondo nuovo su come affrontare il modus domenicale pre intra e post partita.
L’esuberanza giovanile li portava spesso ad affrontarsi con altre tifoserie con le quali si arrivava a scontri più violenti rispetto a quelli citati prima. Inevitabile non dirlo, ma un accenno è dedicato anche ai famosi facinorosi inglesi hooligans, che hanno lasciato il segno nei ricordi di un certo periodo di violenza negli stadi e fuori, fortunosamente quasi del tutto debellati.
Gesta e ricordi nel calcio dell’Arsenal
Gli accenni storici delle imprese dell’Arsenal sono fedelmente riportate che rapiscono il lettore tanto da farlo sentire come ascoltasse una telecronaca. Gol di testa con tiri al volo su schemi da punizione o da calci d’angolo. Ricordi storici di momenti negativi, ma anche importanti vittorie positive come il trionfo in coppa di lega, la vincita del campionato e la relativa partecipazione alla coppa dei campioni: il tutto contornato con la crescita del nostro narratore e relativa maturità caratteriale.
Maturazione, pedagogia, aspetti caratteriali e… calcio
Passando dall’età della facile euforia che è quella adolescenziale e prima post-adolescenziale, a quella adulta, che non ti allontana dalla passione per il calcio e per la maglia che hai scelto, ciò che emerge è il vedere meglio una realtà che forse la si apprezza di più anche nel sconfitte. Si danno spiegazioni più ragionevoli, piuttosto che da giovani quando se si vinceva l’Arsenal era più forte; se si perdeva, l’Arsenal era stata sfortunata o danneggiata per diversi motivi, un pò come in Italia quando la causa è sempre dell’arbitro (eccezion fatta per l’altra squadra di Torino, dove indagini varie hanno retrocesso questa altra squadra del capoluogo piemontese in serie C2 con meno 30 punti di penalizzazione, poi patteggiati e retrocessa in serie B, comunque, questa è un’altra storia…).
La conoscenza di altre realtà
Bravissimo Nick Hornby quando narra di squadre che agli appassionati non sono note, se non che tu sia inglese o proprio studioso del calcio inglese tutto. Ma anche belle le narrazioni su squadre bene note come il Manchester United, il West Han, il Liverpool (proprio la squadra che on un gol irregolare furtò in finale la Coppa dei Campioni 1984 alla nostrana A.S. Roma), il Tottenham, etc.
Conclusioni e simpatie del calcio
L’autore narra anche di un simpatico, seppur doloroso, episodio subito da ragazzino. Venne circondato dai tifosi di opposta fazione. Questi gli intimarono di consegnargli la sciarpa dell’Arsenal. Seppur affrontandoli con grande coraggio, decise poi di consegnarla. La pelle era cara: doveva godere ancora delle gesta future dei propri beniamini.
Disamino in conclusione che ogni nazione ha la sua cultura, ma nel gioco del calcio il pensiero è uguale per tutti.
Simpatico, nuovamente, e scorrevole questo libro è adattissimo non solo ai passionali del football: eccone spiegato il successo.