Le stelle di calcio nella storia di Lorenzo Mazzoni
Lo scorso 12 giugno l’autore ferrarese è uscito con un libro che racconta momenti di storia associati ai mondiali di calcio
In un cielo di stelle rotte, di Lorenzo Mazzoni, è uscito per Miraggi Edizioni, quasi in contemporanea con un altro libro sul calcio, cioè “Santi, poeti e commissari tecnici”, pubblicato anch’esso dall’editore torinese.
Nel momento più caldo sia climatico che per il calcio mercato, c’è parso doveroso, parlarne ad ampio raggio. E siamo andati oltre: questa non è una recensione, non potrebbe esserlo, sarebbe riduttivo.
Il calcio è bellissimo. Lorenzo Mazzoni è una delle sue stelle
Mi piace troppo il calcio, veder correre i calciatori, quando fanno funambolici assist per mandare i compagni a rete! È molto bello.
Anche le posizioni della squadra che arretra per poi aggredire e abbattere l’avversario, come fece Stalin coi nazisti. È metafora sociale il calcio, è anche un gran sbattimento dell’inutile perché non a tutti piace, ma mica li si devono convincere! So solo che è importantissimo, per poter campare di una sufficiente socialità in Italia, applicare un dettame primario. Anzi due.
In primis diffidare sempre di un uomo che non segue il calcio.
Secondariamente, diffidare dallo juventino: specchio di una Italia corrotta e portata alla deriva nei secoli dei secoli.
Il calcio è colonna di stelle della storia
Adesso immaginate per un solo istante che non una canzone, ma i campionati del mondo di calcio, diventano colonna sonora della vostra vita. Di quella dei vostri precedessori, dei vostri avi e antenati.
Bene, sappiate che ciò esiste. Ci ha pensato l’enigmatico quanto architettonico nel suo stile Lorenzo Mazzoni.
Ha pubblicato per i tipi di Miraggi edizioni un libro dal titolo che è simbolo e metafora della bellezza della vita.
Non si dimentichi però che la bellezza è solo la superficie, e per arrivarci non tutti si impegnano legalmente!
Libro cult?
“In un cielo di stelle rotte” è un libro sul calcio come colonna sonora, dicevo prima, ma non alla nostra vita, quanto a diverse vicende. Vicende che hanno portato meraviglie e disastri di cui oggi noi possiamo usufruire, e materialmente e culturalmente e politicamente, per decidere da che parte stare.
Mazzoni non lascia nulla al caso. Racconta quasi una zona dove il classico 4-4-2 o 4-3-3 diventa grazie all’andirivieni dei calciatori difensori, centrocampisti e attaccanti, un 5-5-5.
Attenzione non si sta scherzando, anche se la memoria richiamerebbe al leggendario fil con Lino Banfi “l’allenatore nel pallone”, no. L’esubero che appare altro non è che il momento storico che l’autore esorcizza o rivaluta grazie ad un incessante crossare nell’aria di rigore del momento storico.
Partorito un libro di storia che appassionerà tutti
Non è un libro semplice per chi si aspetta solo calcio, né un libro divertente con metafore implose nell’animus dell’immaginario collettivo.
Opera accurata che forse, e qui rendo onore e merito all’enormità intellettuale di Lorenzo Mazzoni, può dare incipit passionali per la disciplina storica.
Più avvezzo alla contemporaneità che ad altra epoca.
Momenti che trascinano il lettore tra una battaglia con mitragliette in mano e una partita di calcio che ha il suo superamento nel risultato non sempre veritiero del campo.
Shock in my town, una stella tra le stelle
Durante la lettura, lo studio e l’indagine che mi ha spinto a praticare questo libro, mi risuonava sempre in testa la canzone “Shock in my town” di Franco Battiato.
Non so che connessione vi fosse, ma quella mi ha accompagnato per tutta la lettura, lo studio e l’indagine di questo volume che consiglierei vivamente di far adottare nelle scuole secondarie.
Dunque ho avuto una colonna sonora, leggendo un libro che racconta la storia, e le evoluzioni anche attraverso film, letture, canzoni, musiche varie, dunque un libro che fa da colonna sonora inserendo i campionati del mondo di cacio come tappeto sonoro a vicende storiche: capite la complessità dove sta?
Non tanto nella lettura, affascinante per contenuti e stile, quanto per ciò che mi ha sollevato interiormente: ma cosa ha creato questo mostro sacro ferrare del Mazzoni? Forse proprio a questa domanda la risposta della ridondante “Shock in my town”.
Misteri e stelle
Il primo che pone l’autore è quello di sapere che chi racconta è uno scrittore di cui non si sa il nome e del quale dubitiamo possa essere lo stesso Mazzoni.
Il secondo: come e perché ha associato fatti, avvenimenti e cause storiche al calcio?
“La tripletta di Labaro. Spagna, 1982 – Gruppo C – Seconda fase – ITALIA – BRASILE 3-2”.
Spoilero solo timidamente, un capitolo di questo libro, per rendere l’idea di quanti dubbi e interrogativi mi si son presentati.
La nota di apertura è dei Nuclei armati rivoluzionari, ed ecco cosa recita:
“Non abbiamo né poteri da inseguire, né masse da educare, per noi quello che conta è rispettare la nostra etica per la quale i nemici si uccidono e i traditori si annientano!”
Basta questa nota a spiegare come cambia tutto o come tutto è identico senza contrapposizione di colore? Si!
Il 25 aprile a.c. leggevo nel profilo di un social di uno scrittore esposto a sinistra quanto segue: “Nessuna pace, nessun dialogo, solo assalti vi devono essere con quei bastardi fascisti”.
Dello stesso ho letto, pietistiche interviste sui bambini; importanti disamine politiche; problemi dei quartieri marginali; esaltazioni di gruppaglia sinistrorsa che attacca lo Stato a differenza della gruppaglia destrorsa che con lo Stato va a braccetto.
Ho letto che il capitalismo è il successo tangibile e morale del potere che non lascia spazio alla libertà del proletario (attenzione lettori, si parla di uno scrittore noto, che per dovere di cronaca evito di citare adesso, perché querele ne ho tante).
Ma ancora, guardate cosa fa Bruno Conti, ala di quell’Italia del 1982 campione del mondo in Spagna, contro il Brasile: crossa e consegna la tripletta a Paolo Rossi, cosi come il camerata Aladino deve vendicare il più noto camerata Mantakas, ucciso dai rossi. E allora, le squadriglie di camerati, eseguono ordini di Aladino, che si oppone alle guardie, simboli dello Stato, che per strada durante la partita girano svogliati, e sono tre come i gol di Paolo Rossi, e lui li richiama all’attenzione alzando le braccia. L’esito, la conclusione è da leggere e cogliere in diverse parti di questo libro davvero significativo.
Il compagno sventola slogan fascisti (del ’77) contro i fascisti (inesistenti) odierni
Le stesse guardie, sono quelle che permettono al comunista contemporaneo, quello che il giorno del 25 aprile 2019 ha scritto nel proprio profilo Facebook “Nessuna pace, nessun dialogo, solo assalti!”. È sempre molto bello, indagare nella storia attraverso una partita che sia la colonna sonora di un momento storico che ti fa leggere quanto marcio c’è oggi in giro: si scoprono altari di compagni che son bravi a dire fesserie, chissà in aula quando insegnano, che cazzo inventano! La loro inclinazione è fascista settantasettina, proprio da NAR, quelli che si opposero allo Stato in una guerra in comune con i comunisti di quegli anni, contro la borghesia capitalista, e senza speciali alleanze, fecero saltare tante teste, purtroppo nelle pause si scontravano, facendo un favore ai poteri massonici, e quell’idiozia non la seppero leggere. Oggi leggiamo l’idiozia sui social di un pellegrino della leccata di culo, di uno che scrive “Nessuna pace, nessun dialogo, solo assalti!” slogan nero, portato in auge da un compagno, che è l’intellettuale letterario che inneggia alla morte e alla guerra, senza controllare cosa può accadere alla sua prole.
Opera magistrale: 110 e lode all’autore!
Un libro, carico di parallelismo, di studi approfonditi di alto spessore culturale, un libro che appena ho visto i soldatini e i pupazzini del subbuteo in copertina, mi son detto: IL CALCIO, devo leggerlo. Un libro, Bibbia per i più imbecilli, che dovrebbero apprendere quanto danno si fa alla tenera età di 40 anni, e quanto danno si fa a leggere le inutilerie che produce un cretino qualsiasi. Ecco non un libro, ma questo libro mi ci è voluto per consacrare definitivamente la mia estraneità alla società contemporanea, che se non segui il gregge sei mal additato, che poi il gregge segue il rosso che recita slogan neri degli anni più bui della gioventù che si faceva fuori a vicenda!