I più volti di Giampaolo Cassitta nel nome di “Dolci, sante e marescialli”- Parte prima
Esilarante spaccato delle realtà italiane riportate dallo scrittore sardo ospite al Maggio dei Libri di Catania 2020
Dolci, sante e marescialli (Arkadia Editore) è un libro per l’estate e per riconoscere con ironia strani clientelismi e ansie che delle volte sono necessarie. Se non si conoscesse il nome dell’autore, il versatile Giampaolo Cassitta, si potrebbe auspicare che a scrivere questo divertentissimo romanzo sia o un discepolo o il resuscitato Giovannino Guareschi.
Sante in Sardegna come Sindaco ombra
Santa Rita per tante sante
Il paesino si stava organizzando per la festa patronale Santa Rita, che si svolgeva il 22 maggio, come ogni anno. I fedeli erano molto legati alla propria Santa, prova ne era il fatto che tutte le donne facevano voto di castità tre mesi prima della data prefissa. Immaginabile con quanta ansia i mariti aspettassero il fatidico giorno. Ciò al fine che il voto veniva sciolto dalle mogli, così tornare ad una vita normale di affetto carnale e relativo adempimento all’obbligo coniugale.
Colpo di scena
La favola, che forse così tanto non lo è, si estende con l’arrivo di un dispaccio papale, dove si comunicava che i festeggiamenti venivano spostati al 9 settembre, ovviamente valeva per tutto il territorio nazionale. Ma a Roccabuiedda, la notizia mandò nel panico quasi tutti e in particolare Matilde Serrau, la quale aspettava quel giorno per aumentare le vendite della sua pasticceria. Chicchiericci locali, petizioni al Vescovo provinciale e coinvolgenti di cariche istituzionali si attivarono, sempre tutte capitanate dal Sindaco ombra Matilde. Non indifferente l’azione intrapresa dal rappresentate primo della legge, il maresciallo Fabotti, che se prima voleva a tutti i costi far rispettare le decisioni venute dall’alto Clero, in un secondo momento riflettè che la situazione avrebbe potuto danneggiare anche la sua personalissima posizione, dato che la moglie aveva adempiuto al voto di castità sino al 22 maggio.
Le sante idee di Matilde
La collettività voleva ad ogni costo che si mantenesse la data della festa come ogni anno, si arrivò addirittura a far sparire la statua rappresentante Santa Rita, per farla riapparire altrove, con la scusa che era un mistero svelato voluto dalla volontà divina che tradotta stava ad indicare che la Santa medesima voleva mantenere come giorno per il suo festeggiamento il 22 maggio. Alla regia di tutto ciò vi era sempre lei, Matilde, che coinvolse anche il parroco.
La stampa nazionale rese di dominio pubblico la notizia della ribellione della località sarda, fino a quando il Vescovo provinciale emanò un’ordinanza speciale dove si affermava che eccezionalmente solo per quell’anno e nella sola realtà di Roccabuiedda, Santa Rita poteva essere festeggiata come sempre il 22 maggio ma anche il 9 settembre, con buona pace di tutti.
Certo non posso star qui a spoilerare molti dettagli e i finali, perché sono diversi e tutti straordinariamente esilaranti, ma che hanno un fattore di pregnanza molto legato al reale.
Conclusione
Il racconto è scritto in maniera magistrale e in ogni pagina gli episodi che si susseguono mantengono il lettore col sorriso sulla bocca. Giampaolo Cassita è davvero un’ottima penna che sviluppa tutti gli incipit per una bellissima lettura.