Da L’Urlo del 4 febbraio 2020
È “Cielo, la mia musica!” di Leonardo Lodato il libro del mese – Febbraio 2020
Il giornalista e scrittore siciliano si pone delle domande lasciando che rispondano 12 musicisti
Con l’uscita lo scorso 30 gennaio di Cielo, la mia musica!, pubblicato dalla Fondazione Domenico Sanfilippo Editore, lo scrittore Leonardo Lodato ha semplificato la propria opera facendo rispondere altre persone a propri interrogativi e dubbi che si è posto nell’arco della sua esistenza. Capirete bene che quanto ho scritto non è assolutamente vero, o forse lo è in parte.
Sarebbe parecchio semplice, a proposito di semplificazione, se così fosse, tant’è che il giornalista capo redazionale della cultura sulle pagine del quotidiano La Sicilia, sicuramente ha posto ad alcuni personaggi che orbitano in area musicale alcune domande, per poi ritrovarsi ad incalzare con altrettante che probabilmente non erano nelle sue corde, dato che a diverse risposte non poteva far a meno di approfondire novus nascendi frattanto che chiacchierava. E che non si rifacevano solamente alla musica e al cielo.
Della fiaba del cielo
Con la prefazione curata dal leader dei Rockets, Fabrice Quagliotti, che così conclude: «Quando si parla di “arma di distruzione di massa”, non si menziona mai l’arma peggiore e più potente: l’uomo! L’unico essere vivente che si autodistrugge» si rende onore alla musica come fonte di riflessione. Certo che non possa far miracoli, Cielo, la mia musica! si presenta con una introduzione molto bella e fiabesca. Di quelle che te ne ricordano altre, ma che non ancora riesci a capire quali. Il tutto accade sospeso in cielo. Su un volo verso il Giappone. Ascolti e riascolti un omaggio che i Cold Play hanno fatto ai padri del Kraut rock: i Kraftwerk.
La luna, il cielo e Ziggy Stardust
Dunque il tempo scorre in quel cielo che cambia ad una velocità di oltre 900 km orari. Alla medesima velocità scorri nella memoria a lungo termine e rammenti “che i Kraftwerk hanno goduto per lungo tempo dell’endorsement di David Bowie. Pare che il Duca Bianco camminasse a bordo della sua auto, una Mercedes, percorrendo le strade del mondo, con “Trans Europe Express” a tutto volume. Invitando gli amici ad ascoltare questa strana band teutonica. E sì, l’uomo che cadde dalla Luna, Ziggy Stardust, l’autore di “Starman” e “Space Oddity”, era un fan sfegatato degli “Uomini Macchina”. Tutto ciò Leonardo Lodato lo scrive approdando ad una appendice di introduzione che definisce “istruzioni” e che sono stupende raccomandazioni per l’allunaggio.
I racconti materni
In questo allunaggio, è presente la bellezza dei ricordi (troppi da riuscire a ricordare?), ma che uno su tutti si impone: la propria madre. La ricorda l’autore. Gli raccontava di lui piccolo che si addormentava tra le braccia della nonna, o quando col naso volto verso l’alto cercava la Luna. Quella straordinaria fonte di melanconica luce e di meraviglie della rammemorazioneche ispirava, che grazie ad un Telefunken in bianco e nero gli consegnarono i primi incipit per stabilire un contatto con lo Spazio. Comunicazione, immagini, percezioni, suoni. Musica.
Dodici musicisti, come i dodici mesi dell’anno
Lodato in Cielo, la mia musica! si interroga, ma lo fa nella modalità a specchio. Lo specchio ha dodici nomi diversi che hanno fatto buona parte della storia musicale. Dalle colonne sonore di fiction, a fondare modelli musicali nuovi che hanno sortito con duro impegno e lavoro una magia dei suoni, come il caso di Cat-Clap e Salvo Dub. Erano un duo, oggi sono una band affermata e ambita, Babil On Suite, da più parti, che vanta diversi membri, e al quale l’autore, incontratosi con Cat-Clap, al secolo Caterina Anastasi, si è trovato a chiederle di femminilità, femminismo, donna. Della famiglia, di come intende e vive sotto questo «splendido cielo» proprio come ha risposto ‘quella’ portentosa icona da palco che è Caterina; o ancora l’intellettuale del pennello e della musica Andrea Cantieri, che alla domanda di cosa pensa quando guarda il cielo, risponde che vorrebbe essere lassù, proprio cielo.
Psicopedagogia del volo in cielo e il ‘test’ di Max Lusher a Marian Trapassi
Certo non mi oso a spoilerare il contenuto di ogni personaggio intervistato, ma un aspetto che mi è molto piaciuto nelle domande di Lodato è quando ha sviscerato portando in auge diverse riflessioni di natura psicoanalitica. Dal concetto di volo e di viaggio con il M.stro delle colonne sonore per film, fiction et alii, Paolo Buonvino, dove non sembrerebbe paura di volare ma preferenza del viaggio con altri mezzi, poi però quando non ne può più prende l’aereo che definisce comunque “disumano per l’uomo, sennò si nasceva con le ali”. A quel punto Lodato incalza, un pò per divertimento, un pò per escavazione psicopedagogica se è paura di viaggiare e il Buonvino replica che poi ci si abitua, che però se gli avesse proposto l’intervista su un aereo un gavettone non glielo avrebbe negato alcuno. O ancora con Marian Trapassi, dove sono così tante le domande sui colori e su chi li ha usati (Van Gogh, n.d.r.) che sembra di essere ad una seduta di somministrazione del test dei colori di Max Lusher. Sempre con la cantautrice che nel 2004 vinse il Premio Ciampi, alla domanda sul cielo esce fuori una risposta che sa tanto di poesia. Ci si ferma, incantati, davanti all’estasi del genio.
Un interessante lavoro non solo lettero-musicale
Un libro, una antologia, una azione necessaria dove il confronto con l’altro, partendo dal proprio punto di vista risulta essere apertura per la conoscenza non rigorosamente di ciò che pensa l’altro, ma che stimola e sollecita continue riflessioni. Davvero interessante.
Gli altri musicisti
Bob Salmieri, Compagnia d’Encelado Superbo, Giuseppina Torre, Lello Analfino, Mario Venuti, Pupi di Surfaro, Roberta Finocchiaro e Rosalba Bentivoglio, sono gli altri musicisti ai quali Lodato ha posto domande che vi rimando a leggere in Cielo, la mia musica!