Da L’Urlo del 1° ottobre 2019
È “Accadimento onirico” di Antonio Di Gennaro il libro del mese Ottobre 2019
Lo studioso cioraniano pubblica per la sicula NullaDie edizioni una silloge dai toni mistici
Conosciamo l’onirico Antonio Di Gennaro perché in Italia assieme ad una cerchia che si è estesa sino a giungere al Salone del Libro di Torino, ha approfondito le tesi di Emil Cioran, anche quelle inedite alcune scoperte dall’autore napoletano.
È sorprendente trovar in libreria una silloge che porta la sua firma, dopo esserci accertati che fosse lui ovviamente, e tale è.
Con Accadimento Onirico, pubblicato per la siciliana Nulla Die Edizioni, il 44enne partenopeo spiazza chi lo conosce nelle vesti di studioso di filosofia. Ci troviamo davanti alla peculiare scrittura di un poeta che esalta le sensazioni che muove verso le virtù del divino.
“Sogno” onirico
Una poesia ci ha subito preso dopo averlo letto per giorni e averne cercato il quid di sensibilità che scatena. A pag. 72 appare “Sogno”:
Un nome sei,
figlia che a goccia a goccia
sanguina
e affaccendandomi tampono,
un volto – ieri, oggi
un alone:
fosse vero nei sogni
ti abbraccerei sino a farmi morire.
Ti chiamo ancora amore,
amore,
con la mente assediata dai ricordi
e la bocca impastata di sangue…
Raccontata in poesia questa tragedia ontologica, spiazza il mondo dell’esistente: sino a quando e quanto sopportare? E sino a quando e quanto tempo resistere?
Passaggio onirico
Nella prefazione Giuseppe Ferraro, proprio “quello” che sdogana la filosofia oltre i luoghi istituzionali, lo dice chiaramente: «scivola la via del dire e fare. [E] Antonio Di Gennaro conosce bene questo passaggio che è tra la piega e la preghiera, tra chiedere e ripiegare».
In molti gli idioti che scrivono su Dio, o che impongono la loro imbecillissima presunzione vicina alla malattia mentale non riconosciuta, con frasi classiche che facciano effetto: “Parlano di Dio, ma non con Dio”, una tra le tante… solo che al catechismo, per me umile idiota che da conto agli idioti, la cosa primaria non era ridurre Dio a filosofare, anzi meglio dire filosofeggiare, che è più inutile dei loro porri in viso, quanto rendere semplice l’amore deus e parlare con il padre Assoluto come si parla col padre fisico che ci ha messo del suo per farci vedere luce.
Onirico è il filosofo pazzo
Antonio Di Gennaro è un uomo per bene, un grande stilista e un estate della parola, un umile che affida a Dio, la sua esistenza che traduce sempre nella scrittura. Uno studioso che potrebbe dare lectio a pazze canaglie inventatesi filosofi per una squallida laurea da stagno veneziano. Che gli fa da magistra.
MUTO invidioso, coperto dalla fiamma gialla che tutto permette: MUTO e apprendi, magari lo contatti leggendo l’ennesimo accadimento: l’onirico mio desiderio di vederti finito!
Frame di vita in un percorso onirico
Le poesie di Antonio Di Gennaro, sono insegnamento per rigettare il malvagio che c’è in noi. La sua sensibilità è chiara cristallina e piena di bontà. La sua bellezza è una scrittura alla quale ci ha abituato nello scoprire inediti di Cioran che ha curato, e che stavolta l’inedito è la sua interiorità attraverso quello che può definirlo davvero un poeta.