Coi libri in un viaggio datato anni ’60
Catalin ha 22 anni, da Como, a piedi, verso la rivoluzione degli anni ’60, coi libri sotto il braccio.
Catalin viaggia da Como, a piedi, nel mondo selvaggio tra forestine e boscaglie. Poi si ferma, dorme, riparte. A Roma lo incontro e assieme ad altri, trascorriamo le giornate nel terrazzo dell’ostello da Mike, che è un bravo signore.
In viaggio a piedi verso quale meta?
«La noia è stata. La noia della solita routine. Guardare sempre le stesse persone, gli stessi luoghi. Bisogno d’evadere. Di avviarsi al mondo».
Ma ovunque è così se ti fermi.
«Ma avendo 22 anni a Como, se mai ve ne fosse una di movida, finisce alle 2. Mi ero stufato. Lavoro, poi più nulla».
Ok, così parti a piedi.
«Mi concedo solo qualche autostop. L’unica cosa non sicura. A me non piace la Facilità. Belle giornate ma anche temporali. L’autostop, non è certo. Si fermeranno? Non lo puoi sapere e allora cammini, cerchi riparo per poi ripartire».
Chi ti ha visto, racconta di un libro, quale e che legame?
«Mi ha accompagnato ‘Natura selvaggia’ di Jack London. Un po’ il vivere selvaggio. Ho attraversato boscaglie, foreste. Ma le ho soltanto affrontate e attraversate, non ci dormivo. Natura selvaggia rappresenta un po’ un ritorno ciò che non conoscevi. Di cui sapevi, ma che non conoscevi. È un po’ ciò che mi son prefissato. Avventura per raggiungere la Sicilia e poi vedere cosa accadeva».
A Como cosa facevi?
«Il barista. Mi annoiai, però raccolsi uno stipendio e partii. Mi sentivo già pronto. Sono arrivato qui (Roma ndr) ma son finiti i soldi. Adesso o torno Como e guadagno nuovamente e poi riparto, o cerco qualcosa qui, così poi da proseguire».
Dunque sei a Roma e forse rimarrai…
«Vorrei fermarmi a Roma, ma devo tornare su, a guadagnare per proseguire il viaggio. E devo raggiungere la Sicilia».
Vedo un altro libro rispetto quello che ti ha accompagnato, scriverai di questa esperienza sulla scia della libertà anni ’60?
«Sto leggendo i Buddenbrook di Thomas Mann. Una storia importante, da ricchi possedienti a poveri. Chissà come finirà.
Srivere di questi viaggio? No, non credo. Però voglio dirti che io ero un po’ chiuso e dopo questo viaggio son cambiato tanto. Son sempre alla ricerca a della conoscenza. Così come è avvenuto durante il percorso. Entravo ad esempio nei posti per acquistare vedendoti con lo zaino a spalla enorme sempre qualcosa la chiedono. Se sei un viandante, ad esempio, fai amicizia. E questo mi è rimasto. Ero davvero molto chiuso e diffidente, sono più libero».