Da Letto, riletto, recensito! del 15 ottobre 2020
Saverio Sam Barbaro, Al di là delle onde , Emersioni,
Le recensioni in LIBRIrtà
La rivista “Ieri e oggi Zoom?” cominciava ad avere seri problemi amministrativi. Le copie si vendevano sempre meno, non si riusciva ad avere notizie da poter creare interessi nei lettori. I due dirigenti, Lorenzo e Dino, avevano finito tutte le finanze personali e incominciavano ad avere qualche difficoltà per pagare gli stipendi ai collaboratori. Necessitava qualche servizio che rilanciasse il giornale creando l’interesse dei lettori.
L’occaisone si presentò grazie alla notizia della scomparsa di un ex sindaco di un paesino della Calabria, creando un alone di mistero attorno all’accaduto. I due dirigenti colsero la palla al balzo: chiamarono il loro giovane collaboratore Denny Tate di nazionalità statunitense ma radicato in Italia da tempo con ottimo padroneggiamento delle la ligua dello Stivale.
Organizzato il tutto, Denny giuse in Calabria, in incognito, cosi come in accordo con la direzione del giornale. Da subito e con suo grande stupore, nel momento che si accingeva a prenotare una camera in un albergo, alla reception gli viene comunicato che una persona l’attendeva per fare la sua conoscenza: Attilio che senza troppi premaboli dopo essersi presentato esordì chiedendo se fosse lui il giornalista arrivato per l’inchiesta. Denny, perplesso, cercò di negare, asserendo di essere arrivato in Calabria per turismo. Ma Attilio incalzò, volgendosi nuovamente al giovane, che lui e chi per lui erano al corrente dello scopo della sua presenza nel comune e per buona volontà, si offriva di aiutarlo nell’inchiesta presentandolo a persone molto influenti a livello locale a partire da Giampiero Vergantini fratello dello scomparso ex Sindaco Niccolò Vergantini.
Denny, che era giovane si, ma non stupido, decise di stare al gioco sfruttando la situazione a suo vantaggio. Attilio, lo portò in giro a presentarlo negli ambienti della piccola comunità, cercando di far credere al Denny, che tutto filava liscio nel paese: gli abitanti vivevano felici e che della scomparsa del vecchio Sindaco non importava a nessuno, piuttosto la comunità calabrese aveva una venerazione per il fratello dello sparito.
Giampiero Vergantini era a capo di un impero economico che variava da un grande mobilificio ad un’azienda di trasporti e altre attività che davano lavoro a tutte le famiglie locali. Naturalmente questa distribuzione di lavoro, si doveva tramutare in una totale ossequianza nei confronti dello stesso, come la scelta delle votazioni dei personaggi da lui proposti e altre imposizioni di sfumature mafiose.
Denny cha aveva intuito un pò la situazione cominciò a far domande nell’ambiente imbattendosi in tale Raffaele, compagno della sorella dei fratelli Vergantini. Raffaele era uno dei pochi che teneva le distanze dalla parte della famiglia dominante, dunque da Gaimpiero. Ma anche la stessa sorella da tempo aveva interrotto i rapporti con Giampiero.
Questi presentò Denny alle due figlie della compagna, delle quali una, Anita, molto intraprendente conduceva la sua vitacdistanziandosi dalla famiglia dello zio Giampiero; anzi se poteva lo attaccava con piacere. Denny trovò in Anita, un aiuto importante tanto da venir a conoscenza anche la moglie dello zio scomparso, la quale però non fu di aiuto nella sua indagine. Al contempo al giovane reporter si presentavano situazioni complesse che ne mettevano a rishcio la propria incolumità, tanto che dagli ambienti poco raccomandabili gli venne imposto, con tanto di minacce, di abbandonare la sua inchiesta.
Denny, che frattanto aveva legato anche sentimentalmente con Anita, rigettò l’invito minaccia e proseguì nel suo lavoro e grazie all’iuto della nuova compagna venne in possesso di una lettera che la madre aveva ricevuto dal fratello scomparso. In questa Niccolò Vergantini, riferiva che la sua decisione di sparire, era stata presa a causa di forti pressioni da parte del fratello comune Giampiero e di altri personaggi della mala locale che chiedevano di assencondare le loro richieste per avvantaggiarli nelle concessioni di lavori di edilizia e altre manovre che portassero benefici agli stessi.
Niccolò Vergantini palesemente d’indole diversa dal fratello Giampiero dunque a favore della legalità, pur di non incorrere in qualche spiacevole attentato prese la decisione di dimettersi da Sindaco e sparire con la sua segretaria/amante, espatriando negli U.S.A. A seguito di ciò Denny, proseguì, allargò il suo campo di ricerca; si recò in Municipio alla ricerca di risposte sugl’illegali favori ottenuti dalla famiglia mafiosa facente capo al fratello dell’ex Sindaco, purtroppo si scontrò in un muro di omertà, a decorrere dal nuovo Sindaco, uomo fatto eleggere da Giampiero per trarne i classici benefici e continuando con il segretario e altri personaggi tutti al serviio del boss. Ardito e senza paura anche per cultura americana, dove non si spiegava perché dove andare via da un posto dove stava svolgendo il proprio lavoro e sempre drazie al supporto di Anita e anche di Raffaele, Denny conoscerà una ex consigliera comunale. Persona molto onesta che aveva cercato di opporsi alle malefatte di Giampiero.
La donna dietro minacce e ritorsioni fu costretta a dare le dimissioni che le procurarono un forte esaurimento mentale, che la portò a stare a casa, con fobie sociali, accudita dal solo marito. Fobia che però con l’inviato del giornale, riuscì a superare, raccontando lui le angherie subite in Municipio. Quanto raccontato, bastava per aprire una grande inchiesta che si estendeva antropologicamente a una cultura radicata nel nostro Paese, con dettaglio nel sud Italia, dove la corruzione politica, associata alla delinquenza comune teneva sempre sotto scasso di sottomissione un popolo che subisce passivamente, spesso con connivenza e omertà la tracotante forza occulta, ma non tanto, che dominava la vita di tutti!
Tornando a Denny, dopo esser scampato ad attentati con inseguimenti e sparatorie che lo convincono a rientrare a Roma, sede dove c’è il giornale, e far pubblicare l’inchiesta di cui è venuto a capo, chiese a Anita di seguirlo, ma la ragazza rifiutò, dicendo che la piccola comunità necessitava di tutte le persone di buona voltontà per cambiare una mentalità che li teneva schiavi di quel triste potere malavitoso.
Il romanzo è molto bello con grandi risvolti che consigliano e coinvolgono l’intensa lettura. Ottima la tecnica dell’autore che con una narrazione limpida e scorrevole invoglia il lettore e non staccarsi del libro.
P.S.: Le polemiche nate attorno alla foto di questo libro che ho personalmente postato giorni addietro nel profilo instagram del nostro blog (sono costretto a non includere tutto lo staff), mi fanno un baffo. Se ignoranti potenziali candidati di qualunque zona dello Stivale vogliono utilizzare la mia passione letteraria per strumentalizzarla contro il bravissimo Saverio Sam Barbabro, sappiano già che altre teste di cazzo hanno sviluppato osservazioni poco gradevoli in passato, ma si trattava di ‘malati mentali’ (non di quelli con disgaio che necessitano di assistenza reale), di rozzi rubicondi, che grazie a Dio però non sono mischiati nella volgare feccia della politica intesa ad oggi come clientelismo e favoritismo, dunque a questi che mi attaccarono, pensate un pò, potreste, solo lustrargli le scarpe. Pensate, nuovamente, un pò, feccia che lustra ad altra feccia, senza ottenere nulla.
Titolo: Al di là delle onde
Autore: Saveri Sam Barbaro
Edizioni: Emersoni
Pagg.: 201
Prezzo: € 16,50
Voto: 9