Da Letto, riletto, recensito! del 28 marzo 2019
Luca Buggio – La città delle streghe – La Corte editore
La giovane Laura Chevalier assieme alla madre Bertina e al patrigno, ma anche ad una carovana di disperati alla ricerca di una vita migliore, più dignitosa e più agiata dalla vicina Nizza, intraprende un viaggio, a piedi, con destinazione il Ducato di Torino.
Medesimo viaggio lo affronta il giovane Gustin, ragazzo graziato da un nobile, che si avvia verso il Ducato di Torino per tentare di infiltrarsi al fine di destabilizzarne le strategie di combattimento delle milizie torinesi. Gustin, col suo nobile padrone però, dato l’obiettivo diverso da quello di Laura e le possibilità migliori, non affronta il viaggio a piedi.
I due succitati giovani, sono i protagonisti assoluti di questo avvincente romanzo pubblicato dalla piemontese La Corte Editore e scritto con maestria e dovizia di particolari da Luca Buggio che racconta la storia in una Torino di fine ’600 e inizio ’700, quando la città della Mole era Capitale del Ducato torinese, nonché prossima ad affrontare la guerra coi francesi.
Detta così, sembrerebbe che i due I due protagonisti non si incontreranno mai, ma si sfioreranno, certo non diremmo qui come.
Mi è doveroso dettagliare e scandagliare questa, anomala per me, recensione con dei paragrafi che portino i nomi dei protagonisti, al fine di inquadrarne gli incipit migliori per i nostri lettori.
Laura
La descrizione del viaggio che affronta è non poco rocambolesca. Mentre Gustin assieme al benestante padrone viaggiano a cavallo e in carrozza, Laura affronta un viaggio da Nizza a Turin, parecchio tremendo, praticamente a piedi e, come sopra annunciato, assieme ad altre persone, che lasciavano il luogo di partenza per cercare miglior fortuna nel Gran Ducato torinese. Durante il tragitto, Laura che è con la madre, il patrigno, inevitabilmente si imbattono in balordi, delinquenti e briganti. Cosa che creerà dei momenti di alto disagio e di poca protezione, proprio perché la carovana non possiede armi per difendersi, se non le mani nude, e dati gi incontri con questi balordi, diversi saranno gli episodi di violenza che porteranno i poveri francesi alla morte. Morti atroci.
Gustin
Nel 1686 aveva 14 anni era un monello, diremmo oggi, di quartiere che rubava, ma si scoprirà pure che aveva assassinato. La sua vicenda è non del tutto tipica per quei periodi storici, anche se poteva accadere. Gustin stava per essere condannato, quando un nobile lo salvò. Gli chiese che reati avesse commesso, chi aveva rapinato e scippato e a chi aveva ucciso. Datosi per spacciato, Gustin glielo disse. Il nobile gli dettò delle condizioni: se lui avesse raccontato tutta la verità, lo avrebbe assunto come sua guardia personale garantendogli di non farlo condannare. Cosa che avvenne, però gli ribadì che nel momento in cui l’avrebbe tradito o sarebbe andato contro le leggi del paese, scattava una pena, consistente nel farlo giustiziare. Passati gli anni il giovane Gustin crebbe e divenne un pratico stratega della difesa, sicché col padrone organizzò l’intrufolarsi come spia nella milizia del Gran Ducato torinese, per scombinare i piani dei combattenti, al fine di far perdere la guerra ai torinesi.
Spiegati, forse non molto bene e me ne pento, ma capirete il perché solo quando troverete questo libro nelle vostre mani, i passaggi fondamentali di Laura e Gustin, proseguiamo nella recensione.
Il viaggio è la parte cruciale di questo bel volume che è il primo di una trilogia dal titolo “La città…”, tant’è che proprio nella descrizione del viaggio entra in ballola bravura e il ritmo incalzante, che di Luca Buggio, possiamo tranquillamente dire, essere un autore con una capacità di approfondimento e di ricerca per creare le sue opere, che se così non avesse agito, non sarebbe mai nato il capolavoro di cui scriviamo, che consigliamo vivamente di leggere.
Scorrendo le pagine ci si trova immersi in dei misteri, che forse il lettore non si aspetterebbe. Si guardi, dunque, alla figura di Gustin. Nonostante fosse un coraggioso, e addestrato al meglio all’uso delle armi, proprio per la difesa del suo nobile padrone, si trovò ad affrontare una stranissima collettività notturna appena giunto nei dintorni di quella che oggi è la città industriale per antonomasia, sino ad essere costretto a “cedere le armi”, ciò al fine di salvare la propria vita.
Anche Laura, che rischiava molto per lo stesso motivo, cioè l’affrontare la realtà notturna, venne a contatto con stranissime e oscure “figure” legate a ciò che un tempo era un dogma per eccellenza, e per ignoranza, quello della stregoneria. Però ciò che accadde alla giovane Chevalier, fu una sorpresa, sempre nell’oscurità e nella paura del calar delle tenebre, che anche in questo caso non spoglieremo, perché la sensazione di shock che abbiamo avuto nel momento che lo abbiamo appreso, è qualcosa che non dovete perdervi. Ma non solo, anche un mistero la coinvolse in prima persona: una eredità lasciatale da un uomo, del quale lei sapeva tutto, il quale non avrebbe potuto praticar questa eredità per un solo motivo, che solo Laura conosceva profondamente.
Il libro è meritevole di lode, tanto che non ci spingiamo oltre nel raccontare o creare allusioni. Possiamo affermare senza remore che lo stile di Luca Buggio è davvero introspettivo, proprio come la città che gli ha dato i Natali e alla quale ha dedicato questo primo volume della trilogia. Buggio è un autore nuovo, che ci piace e che consigliamo vivamente, non solo per il mistero, il noir e il thriller dell’era post moderna, quanto per le notizie e i dettaglia che racconta della prima capitale italiana. Vi chiedo: sapete perché Torino si chiama Torino? O ancora: avete mai sentito dire di Torino città che converge in tre triangoli di città dove si pratica certa magia miscelata a poteri e massonerie non propriamente dette? E lo scontro tra francesi e torinesi del Gran Ducato, perché lo si preparava? Le risposte, nella forma del romanzo storico, ma scorrevolissimo e gradevole da leggere, io l’ho letto in due riprese e in due giorni, ci sono tutte, intersecate con il procedere delle vicende dei protagonisti, che volendovi fare un regalo vi diciamo che mai si incontreranno, però si “sfioreranno”… oltre non andiamo, se non per ribadire che il nostro blog assegna la lode!