Da Letto, riletto, recensito! del 29 dicembre 2020
Piernicola Silvis – Storia di una figlia – Sem – La recensione
Piernicola Silvis, premio Selezione Bancarella 2020 con Gli illegali, ci ha abtuato a una stesura cristallina, che molto tende al reale. In questo nuovo lavorio lo scrittore pugliese, discostandosi dal commissario Renzo Bruni, consegna al lettore frammenti di storia intersecati con sprazzi di fiction. Nuovamente pubblicato da Sem – Società Editrice Milanese, ‘Storia di una figlia‘ è intriso di verità con qualche parentesi tipica della fiction: anni di studi e ricerche, che possono rivoluzionare certe ignobili idee di appartenenza… anche quelle che vengono colte come pensiero intellettuale di scelta. Un libro superlativo, un libro che ad oggi dovrebbe dare insegnamento a certi cinghiali definiti autori, eredi della malvagità tipica dell’uomo tronfio e borioso, che non osi mai offendere le bestie: ‘la tiglre mai squarterebbe il cucciolo”. Commovente!
Anna Sartori, 29 anni e una laurea in medicina, prossima alla specializzazione in chirurgia plastica, fidanzata con Mariano, giovane imprenditore molto amante del suo lavoro e molto attento alla ‘facciata’ estetica della società alla quale appartiene, intinta di ipocrosie e sfrenata ricerca del denaro. Legata amorevolmente alla figura paterna che l’ha cresciuta circondandola di affetto e attenzione, fin da piccola, quando si era separato dalla moglie.
Un giorno il padre viene colpito da un ictus, gettando nello sconforto Anna e il fratello Massimo. La preoccupazione fa si che la ragazza venga aggredita da incubi notturni, dove vive drammatiche visioni di donne, anziani e bambini che vengono maltrattati da uomini in divisa militare. Queste visioni notturne, la spingono a cercare aiuto, è così che s’imbatte in uno specialista, il dottor Gregor Pozza, giovane studioso di memoria genetica, il quale con metodi innovativi sottopone Anna a sedute di ipnosi che la portano a rivivere gli incubi di cui è prigioniera.
La ragazza viene proiettata indietro nel tempo: le appaiono scene che non le appartengono, ma che la coinvolgono nella sfera della genetica genitoriale. Questa situazione, assieme a un’improvvisa visita che riceve di un amico del padre, spinge Anna a indagare sulla di lui vita: si aprono per la ragazza scenari impensabili.
Con l’aiuto di Gregor Pozza comincia ricerche che la introdurrano a rapporti non del tutto teneri con i servizi segreti vaticani: altri scenari sulla vita del giovane Luigi Sartori, padre di Anna, che in realtà nascondeva un’identità impensabile, parecchio aberrante. Dai rapporti con le SS tedesche fino a emergere fuori la figura di Hitler e i suoi contatti col Vaticano, parlando pure della sua presunta morte. Scopre anche di intrighi a livello internazionale che sistematicamente il Vaticano cerca di insabbiare con velate minacce fatte giungere alla giovane Anna. Qui il primo shock: il padre di Anna apparteneva a un gruppo di fanatici vicino alle SS. L’uomo che agli occhi della figlia era l’incarnazione della bontà, in realtà nel suo passato si rivela uno spietato assassino che durante la guerra si era macchiato delle più efferate azioni criminali a danno dell’umanità. Davanti a queste scoperte Anna reagisce nella maniera più drammatica: rompe ogni rapporto col fidanzato un mediocre e manesco e decide di non voler più saper nulla padre, il tutto con un colpo di scena che solo un maestro della ricerca storica e del noir thiller, nonché vincitore del premio Bancarella 2020 con ‘Gli illegali’, poteva saper articolare.
Dopo aver portato a termine le sue decisioni, la ragzza, rivede il proprio rapporto con la madre, fino a quel momento non molto brillante. Scavando nelle indagini, emerge che nell’Italia del 1944, quando le SS, in fuga dalla penisola uccidevano tutti i civili che incontravano sul loro cammino, appariva sempre il ‘fantasma’ del padre mai conosciuto, che con crudeltà si macchiava di orribili azioni. Anna esce da questa scoperte, molto cambiata e dopo altri misteri che includono la sua famiglia, dove trova anche un drammatico coinvolgimento della madre, decide di dare un cambiamento radicale alla propria esistenza.
Cosa farà Anna? Cosa ne sarà della sua vita? Come si toglierà di dosso gli spettri emersi dalla terapia? Una storia avvincente e storicamente vera, come tutte le opere di Piernicola Silvis che attinge dal reale a nostro parere, per consegnare anche a chi non ama la storia, conosicuta nei banchi di scuola, ciò che è dovuto sapere. A rigore. A necessità!