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SMF per Letto, riletto, recensito! – “Foss’anche un romanzo” di Letizia Cuzzola è il ConsigLIBRO del mese GENNAIO 2022

1 Gennaio 2022 - Articoli di S.M. Fazio, DIGRESSIONI, Recensioni
SMF per Letto, riletto, recensito! – “Foss’anche un romanzo” di Letizia Cuzzola è il ConsigLIBRO del mese GENNAIO 2022

Da “Letto, riletto, recensito!” del 1° gennaio 2022

“Foss’anche un romanzo” di Letizia Cuzzola è il ConsigLIBRO del mese GENNAIO 2022

“Come ogni Vita che si rispetti, anche la mia adesso ha un prima e un dopo in cui mi sono partorita senza gravidanza, così, d’emblée in un pomeriggio d’agosto dimentico del compleanno di luglio della prima nascita. Sono nata in un obitorio mentre chiudevo gli occhi di mia madre. Mi sono fatta carne e spirito nuovi. Ho urlato e pianto di rabbia come chi vede la luce per la prima volta. Il suo funerale il mio battesimo. Sono morta e nata lo stesso giorno, nello stesso istante. E ora so che le parole servono come l’aria. A me e a chi saprà farne buon uso da questa lettura”. (Dalla cedola di presentazione e premessa)

Lo dice la stessa autrice, nella premessa del suo debutto assoluto alla narrativa “Foss’ anche un romanzo” (Città del Sole, 2021, pp. 200, € 15), Letizia Cuzzola: “Come ogni Vita che si rispetti, anche la mia adesso ha un prima e un dopo in cui mi sono partorita senza gravidanza”, quasi a contrapporsi e coadiuvarsi, ossimoricamente (e fuori contesto, ma a noi è venuto spontaneo ricordarlo) al “nessuna garanzia per nessuno”, che Giovanni Lindo Ferretti canta come un mantra nel suo, con i C.S.I., “Buon anno”. Non c’è garanzia di nulla, ma intanto una viene scoperta: (ri)nasco senza parto. Due nascite due! E in questo lineare romanzo che in meno di cinque giorni è andato in esaurimento per essere ristampato e riempire le librerie dai primi di gennaio 2022, l’epigrafe non fa una grinza:
Le Cose vanno al loro posto
Quando si smette di voler dare un posto alle Cose.
Il Posto delle Cose al loro posto è l’Amore
”.

È di Giorgio “masaru” De Luca, colto intellettuale catanese, che è noto per le sue attività di esercizio dello spirito e del corpo, per le sue posizioni socio politiche molto ferme, per la scelta di tatuarsi il volto in tempi in cui nessuno si tatuava, per essere uno degli insegnati italiani più amato e apprezzato dagli studenti e dai genitori di questi. Per essere uno scrittore contemporaneo tra i più interessanti al pari della Cuzzola.

Dunque nell’esercizio di overture delle prime 30 pagine, l’autrice svela con stile diretto e a sfoltimento dei giri e degli orpelli che fanno addormentare chi detesta certo stile, come si presenta una tragedia che definirà “epilogo peggiore”. Questo epilogo peggiore in verità è ciò che spetta a tutti e di peggiore ha il suo vissuto, il cammino per raggiungerlo: non voluto, né atteso. Nonostante l’invadenza del covid_19, che non tocca la protagonista e la Madre di questi, si presenta un altro canale che vuoi o non vuoi le cose te le piazza lì dove vanno con Ferretti “Così vanno le cose, così devono andare” e nuovamente con De Luca “Le Cose vanno al loro posto”. Di questo epilogo peggiore, che ripetiamo è in apertura, la linea, la meta narrazione, la costante che avvolge e incanta è proprio uno degli interrogativi che si pone la protagonista, dunque capire chi sono e chi voglio essere: “un’ameba che conta i giorni e li lascia passare in attesa del declino completo o una donna di cui essere orgogliosa perché ha saputo mettere a frutto ogni insegnamento ricevuto“. La perdita è sempre cosa che rivoluziona, c’è anche una perdita di allontanamento volontario: ci devi convivere e lavorare assieme e vicino, quando poi ti accorgi del disturbo psichico, che tuo non è, ma della sentenziatrice, allora capisci che non ti rimane che e da vivere: la subisco la vita? Ma non se ne discute, la rivolto e se nel rivoltarla si impone a farsi subire, sarò sempre una evoluzione.

Certo che in questa disamina c’è poco da capire, ma si recensisce con i mezzi che si conoscono e per come si decide di farlo. Un tempo lessi di un velleitario aitante autore, uno di quelli che sempre ti pressano per vincere un premio, uscire in prima pagina, diffondere il suo verbo, fino a che gli dissi: “Caro, io semmai posso curare le tue paranoie e i tuoi deliri di eccentrismo e onnipresenza e onnipotenza, per il resto scrivo di merda, lo dici tu e lo sai che lo dici tu!”; fu forse l’unica vola che senza ghirigori di parole decisi di dire con schiettezza come stavano le cose pur mantenendole ermetiche. Letizia Cuzzola nel suo “Foss’ anche un romanzo”, è cristallina dalla cover alla quarta di copertina e per ciò mi piace svelare il nulla: sig.re e sig.ri, il libro, che rientra nella rubrica “ConsigLIBRO del mese gennaio 2022” è andato in esaurimento in 5 giorni 5! Ho pure pensato di realizzare una recensione a pagina bianca: da una parte davo gli stimoli maggiori, dall’altra ho pensato alla canaglia che poteva dirmi “hai fatto bene a non scrivere”, e allora ho scritto. E quando si legge e poi scrive di ciò che si è letto in ermetismo, non puoi che comprendere che devi lasciare la meraviglia delle parole dell’autrice al lettore. Quella meraviglia che si tinge anche di poesia e lirismo, basta a noi tutti aprire alla pagina del capitolo LXXX per scorgere che siamo in tempi di innovazione e sperimentazione, ben fatta e che le case editrici quelle che ti danno l’anticipo per pubblicare perdono sempre più la faccia: non ne posso più di Carofiglio vari. Il romanzo si chiude con la postfazione delicatissima di Ettore Zanca, autore ben donde conosciuto per quella determinazione che lo avvolge e coinvolge. Voglio una Cuzzola sui podi delle testate giornalistiche di genere. Lode alla Cuzzola!

L’autrice

Letizia Cuzzola. Traslocatrice di punti e virgole per professione, divagatrice seriale per natura, ama i sogni barocchi e apparentemente irrealizzabili. La sua vita la sta riscrivendo. Editorialista e critica letteraria per il blog “Letto, riletto, recensito!”.

Il libro
Titolo: Foss’anche un romanzo
Editrice: Città del Sole
Pagg.: 200
Prezzo: € 15,00
Valutazione: Potente

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