Da La Sicilia del 23 marzo 2023
Un pezzo di silicio che si fa più umano degli umani
“Tutte le macchine al potere, gli uomini a pane ed acqua” così Battiato cantava in “Ermeneutica” dall’album X stratagemmi, un dire realistico se non addirittura pre-profetico, conoscendo le intuizioni del maestro etneo. Di queste macchine al potere una è padrona indiscussa nel nuovo romanzo di Divier Nelli, “Deus est machina?“ (Vallecchi, pp. 99, € 14,00). L’autore toscano racconta di Mattia, ragazzino che vive in provincia di Firenze con la grande passione per l’informatica e la robotica, che plasma Sing, una intelligenza artificiale con le sembianze di un buffo robot, che riuscirà ad essere pensante e speculatore da sé. Stilisticamente siamo innanzi a una novità assoluta, come quella del tema trattato, non che sia il primo a scriverne, ricordiamo Baco di Sartori, ma la bellezza è proprio in questo ‘parto’ che ad un certo punto dialoga con il giovane per svelargli arcani sul futuro di tutto quanto a lui gira attorno. Il finale? Beh, il finale è sempre dietro l’angolo, per ogni capitolo, e sono tanti, nonostante le quasi 100 pagine.
Finale dopo finale si giungerà a una risposta necessaria alla salvezza del mondo. Ma quale? È proprio qui che ancora una volta Nelli stupisce e rende onore al grande talento che lo posiziona in una categoria unica della scrittura italiana. Considerati i tempi attuali, potrebbe non sorprendere, ma quell’oltre lineare che ci viene consegnato dalla lettura, interroga e fa retrocedere nel tempo: ricordate il film “Io e Caterina”, interpretato decenni fa da Alberto Sordi? Nelli, con “Deus est machina?”, ha rimesso in piedi anche i sentimenti di un pezzo di silicio che si umanizza, creando non pochi interrogativi sulla forza del pensiero e di questi relativa articolazione. Chiosando: una questione soltanto per esseri umani? Inquietantemente eccelso!