Da La Sicilia del 31 ottobre 2023
Tre racconti profetici del Premio Nobel che denunciò le ipocrisie
Sinclair Lewis, primo Premio Nobel americano che in un discorso cristallino sfigurò e mise in luce tutte le ipocrisie dell’America, che potrebbero a tutt’oggi vestire l’Occidente tutto e che vinse anche il Pulitzer, rifiutandosi di ritirarlo, torna, postumo in libreria, Edizioni Spartaco, con l’introduzione di Piergiorgio Pulixi, con “Il gatto delle stelle-Il viale dei salici-La ronda fantasma” (pp. 152, € 14,00).
Profetico fino al midollo nei tre racconti, Lewis non manca di quel noir che lo definì maestro del genere, dove le gesta dei personaggi non potevano nascondere quanto fittizio era il loro interesse per tutto ciò che la vita proponeva. Da chiedersi cosa poteva interessare tanto la società americana se non il vivere in quel modello che in qualche modo, ereditato veniva assegnato al cittadino succube di un qualunque governatore? Ecco che si erge il genio: come bravo e unico autore (fu anche drammaturgo) con ironia palesata ha puntato dritto al cuore di chi volesse risvegliarsi dallo zombeggiare, dove tutto va verso quell’ultra capitalismo distruttore del benessere (tutt’altro che costruttore). Non manca di sapere e spiegare certosinamente come un buffetto a un gatto può essere l’inizio dell’apoteosi dell’ipocrisia o il fantasma sentimento del (nulla) amore. Ma dunque cosa esistette in questo immenso scrittore? La profezia, come sopra abbiamo riportato fino a giungere alla descrizione di un potenziale Presidente degli USA, che leggendolo oggi è il profilo perfetto di ciò che fu Donald Trump appena qualche anno fa. Dunque la borghesia che esisteva attraverso macabri esposti ontologici come vita morta: imbecillità, idiozia e negazione contro la madre delle riflessioni: quando si capirà l’inutilità dell’adeguamento a mode tanto per sprecare fiato? Maestro indiscusso!