Da La Sicilia del 9 ottobre 2023
Tra migrazioni e contraddizioni
La nuova fatica letteraria di Carmelo Zaffora, un’immensa voragine come bocca famelica che brama affamata, che chiede disperata una vittoria o un riscatto
Non è sempre certo che chi possiede una importante volontà di ricerca, associata a una ottima penna per la saggistica riesca nell’impresa di affermarsi con una raccolta di racconti che come tema hanno uno degli argomenti principali degli ultimi anni. Non è certo, è vero, ma lo è altrettanto grazie a quella grandissima capacità di divincolarsi dalla professione di psichiatra che lo ha contraddistinto sempre. È così che possiamo narrare la nuova fatica letteraria di Carmelo Zaffora dal titolo “Migrazioni” (A&B Editrice, pp. 161, € 16,00), dove ci si guardi bene dal pensare che l’autore gangitano racconta di sbarchi continui per condannare tutti i Governi che si sono susseguiti negli ultimi 10 anni. Le migrazioni di Carmelo Zaffora, sono un escavazione continuativa che si incrociano con caratteristiche ambientali e comportamentali dei personaggi che racconta nei suoi racconti (scusando il gioco di parole). Peppe cerca fortuna in Brasile, per due anni non si muoverà da un porto per poi tornare nella sua Sicilia e durante il ritorno, quasi fosse il karma, viene riconosciuto come persona straordinaria da altrettanti galantuomini dei quali uno gli donerà delle cravatte: sarà fiero, ma quel regalo diverrà un simpatico elemento che lo tormenterà a vita. Ma anche il Sig. Spatazza, un uomo che pratica una misoginia molto particolare: disperato da sempre l’unica entità femminile che lo coglie per una volta nella sua vita è la “fortuna”, ma chi provvede a sconfiggerla? La moglie! Da quel momento avrà ricordi di meraviglia femminea soltanto per la fortuna e per un’altra connotazione femminile: la depressione. Colossale il racconto medievale che l’autore narra di persone che approdano in buona fede verso altri luoghi ma dove il grande Kokalos, li accoglie ma si confronterà anche con i suoi sudditi, in preda a preoccupazioni.
Non staremo qui a dirvi le metafore e le bellezze di questa speciale raccolta di immigrati e migranti, ma la descrizione di quello squarcio, sul fianco, di un’immensa voragine come bocca famelica che brama, affamata che chiede disperata una vittoria, un riscatto per necessità di vite piatte o troppo ballerine, ed è il caso di due persone che si incontrano a Milano e staranno in casa chiusi per tre giorni: lei andrà via per poi essere inseguita da lui, ma il destino in quel del Portogallo, ancora una volta dirà che migrare non è sempre una gioia, anche se la gioia, anche qui, ancora una volta, viene riportata per quell’uomo che seppe una verità che sa tanto di colpo di scena e maestria di una penna edificante (compreso il pennello, Zaffora è anche un noto pittore e la cover è la sua) che non si preoccupa molto di successi vari: conosce la sua capacità descrittiva, la propone e, tra lo stile superbo e ricercato e i contenuti sovvertiti rispetto i canoni classici, consegna ai lettori un libro di indiscussa bellezza dove ognuno può ritrovarsi in quell’esclamazione che spesso ci dà contezza dell’orrore divertente e commovente del vivere: perché migrare con il corpo, con la mente o con il romantico sogno del cuore, è si una prova, ma può trasformarsi in una follia devastatrice che non conosce limiti e confini, anche se, ancora un plauso all’autore, spesso fa sorridere e ridere, seppur di amara ironia. Va riconosciuto infine, che a differenza di tanti autori che praticano la medesima professione medica, Zaffora si sgancia totalmente da quel ruolo per ergersi a maestro della narrazione, quasi avesse fatto sempre lo scrittore di professione.