Storia del Mastro Melo raccontata da chi ha condiviso la sua arte
L’intervista a Savì Manna
“Turi Marionetta”, spettacolo pluripremiato, con oltre settanta repliche in Italia e all’estero e “Patrizzia”, sono solo due opere della vasta produzione del camaleontico Savì Manna che, alla soglia dei 50 ha debuttato con “Carmelo Vassallo – Teatrale incontro” (A&B Editrice, pp. 84, 10 euro): «Una storia intima e delica- ta che mette in primo piano un personaggio fuori dal comune, prematura- mente scomparso: il Maestro Melo, così lo chiamavamo gli amici, Vassallo».
Il volume è un viaggio nei ricordi del- l’autore «una sorta di ricapitolazione che parte dal 2019 e approda al 2004, an- no in cui conobbi Melo».
Comporre e scrivere: differenze?
«Quando compongo, abitudini e ritmi biologici cambiano. Vado in fondo, non desisto e anche in questa nuova espe- rienza, giunto alla conclusione, capii che qualcosa era pronto».
Cosa?
«Non era nelle mie intenzioni scrivere un libro, ma venne fuori proprio questo omaggio a Melo: man mano che la sua forma prendeva consistenza mi sono sentito più volte spiazzato e non sapevo cosa farmene di tutto quel materiale prodotto. Mi resi conto che narrare cambiava rispetto allo scrivere di drammaturgia».
Come?
«Il ritmo narrativo, come la metrica, sono diversi dal teatrale: più lento il primo, nella seconda devi sopperire al- la mancanza d’azione e i corpi dei pro- tagonisti puoi solo immaginarli».
Quali ispirazioni per le diverse scritture?
«Passo lunghi periodi senza scrivere, se all’improvviso qualcosa s’accende ri- parto e non mi fermo più. Quando mi sento appagato di ciò che ho partorito, lo lascio decantare, poi lo rileggo, se è interessante ci lavoro prima di render- lo “veramente” finito, altrimenti lo cestino senza nessuna pietà».
Cinico?
«E censore, di e con me stesso».