La notizia ha scosso gli animi. A 65 anni è morto Amleto De Silva, vignettista e innovatore nel romanzo, ha riempito per anni tra l’agenda Smemoranda e il quotidiano Cuore le pagine dedicate alla vignetta con sarcasmo ed esilarante battute. Nel 2018 per l’uscita de “L’ esemplare vicenda di Augusto Germano Poncarè” (Liberaria), trascorremmo un intero pomeriggio a dialogare proprio come quel personaggio unico che aveva inventato, era la voce narrante del romanzo ed era lui stesso che profeticamente anticipava alcuni tra i peggiori momenti che uno Stato vive.

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Potere, inganni, vessazioni, tutto sulle spalle del dolorante cittadino. Un racconto di un’impostura come tante, tra le storture e le aberrazioni della società e l’amara sconfitta degli ideali. Era così Amleto, idealista, ma non credeva più, forze non aveva mai creduto, perché gli inganni di certa libertà gli fecero auspicare il sogno, ma questo sogno disse un giorno “è peggio di quelli che contestano, altro che destra e sinistra, altro che juventus merda, qui pare che è tutto uguale, anzi, è tutto uguale”. Con l’amaro in bocca e con il ghigno luciferino di chi non vuole perdere il piacere di vivere, se ne va, dopo un periodo di malattia, che sicuramente avrà preso in giro, se ne sarà fatto beffa, l’avrà i- gnorata seppur i dolori potevano essere dei peggiori. “E tu sempre con sta Roma sei convinto?” me lo diceva sempre, io gli ribadivo che anche lui aveva più amici romanisti, perché nel sangue erano più similari a noi e replicava, ricordati sempre che uno è il motto d’ingresso e d’uscita, “buonasera e juvemerda per tutti”. Geniale, generoso, gentile, così era Amleto e mai dimenticava chi aveva scelto come amico. Storiche le vignette che rientravano nel plesso “carognate di Natale”. Oltre al succitato romanzo che racconta Poncarè, non si possono dimenticare altri capolavori, chicche rare pubblicate per l’editore pugliese quali “Stronzology, gnoseologia della dipendenza dagli stronzi” e “Degenerati”, diretti e per sorridere, ridere, per lasciarci l’amaro in bocca ma principalmente per non dimenticare che se siamo di passaggio è meglio che le cose le diciamo e non le rinneghiamo, perché nessuno ci omaggia nulla e anche se lo facesse, lo dovremmo leggere come corruzione e allora viva la libertà, viva la possibilità di esporre il proprio ideale, e su tutto viva Amleto, amico caro, persona gentile e pronto allo scontro dia- lettico senza mai avere pretesa di presunzione e di ragione.