Da La Sicilia del 19 febbraio 2022
L’arcano della parola svelato tra metriche e terzine
Di sconosciuto, Viviana Viviani, ebbe il vissuto, come molti, come tutti… dicono per chiunque. Viviana galoppa l’onda con “Se mi ami sopravvalutami” (Controluna, pp. 71, € 10,90), sino a giungere alla traduzione d’oltre oceano presso la Florida Atlantic University, e non finisce la poetessa di Ferrara, stupisce al contrario: ecco svelato l’arcano che in qualche modo Krauspenhaar e Cerbino, hanno profetizzato nella pre e nella postfazione. La raccolta di impressioni che in un istante si chiamano poesie, vibrano sull’ ente, gettato desaininamente, senza pavidità, nel bug di un altrettanto medesimo. Implode, schiaffeggia l’orpellificio della parola che sortisce l’inutile, osserva il fatto informato, troppe volte, non da Lei, velato, mascherato fino ad apparire incivilmente codardo! La Viviani licenzia luoghi comuni, metriche e terzine. Mette su carta l’anti estetico, lo coccola, lo cura, lo sbrana e lo consegna spappolato, proprio così come lo vogliamo, senza urlare. Plasma entusiasmo. Eravamo stanchi degli anni 2000 dove feccia si eleva e poca luce illumina e sorprende: ma la forma più vera dell’espiazione d’esser umano non ha tardato. Dio in terra, è la poesia. Consegna gocce di platino, su temi scontati: li leggi, appaiono mai conosciuti, oltre quella filosofia che lascia sempre con un pugno di mosche tra le mani. A rigore voglio essere amata, sopravvalutandomi perché so declinare l’invito a rinunciare, con il salto che mi è più semplice: la parola, così come ha da esplicarsi. “Oggi ti amo e tu no/ e ricambierai il mio amore/ con un abbraccio debole/ un messaggio non letto/ una ricorrenza dimenticata/ ricordata all’ultimo/ con un regalo sbagliato.” E tu? Rallegrati, perché la contemporaneità della nuova poesia vive sullo stesso pianerottolo tuo ed Eccelle! Grazie Viviana.