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SMF per La Sicilia – L’amicizia? “Scelta” degna di un set – Intervista a Maurizio Zaccaro

8 Aprile 2021 - Articoli di S.M. Fazio, Interviste
SMF per La Sicilia – L’amicizia? “Scelta” degna di un set – Intervista a Maurizio Zaccaro

Da La Sicilia dell’ 8 aprile 2021

L’amicizia? “Scelta” degna di un set

Il regista e scrittore Maurizio Zaccaro illustra in un libro il suo rapporto con Ermanno Olmi «Nelle sue sceneggiature attenzione, dovizia di particolari e indicazioni in ogni pagina lavorata»

Un uomo perbene”, film capolavoro che narra la vicenda di Enzo Tortora vittima innocente di uno scandaloso errore giudiziario insorto dalle accuse che si basavano su dichiarazioni, mendaci, di diversi pregiudicati legati alla Nuova Camorra Organizzata, quali Giovanni Pandico e Giovanni Melluso che triangolarono il famoso conduttore televisivo, è soltanto uno dei lungometraggi, premiati, del regista e scrittore Maurizio Zaccaro, che in memoria di un illustre amico e maestro ha pubblicato per Vallecchi Firenze il libro “La Scelta. L’amicizia, il cinema, gli anni con Ermanno Olmi” (pp. 192, € 16,00). L’incontro tra i due: «Fu casuale ma anche fortunato, perché chiesi ad un collaboratore di Ermanno se potevo unirmi alla troupe durante le riprese di un suo lavoro. La risposta fu positiva, e da quel momento iniziò il mio percorso cinematografico». Erano gli anni ’80 e di strada ne ha fatta Maurizio Zaccaro, orpellata da encomi e riconoscimenti importanti come il David di Donatello per il suo debutto al lungometraggio dal titolo “Dove comincia la notte”. Bisserà il successo con “Il carniere” e altri valorosi titoli. Ma Maurizio è anche un ottimo scrittore che con La scelta” narra quarant’anni di sodalizio amicale e professionale con Ermanno Olmi. Libro sobrio e allegro e come tiene a precisare lo stesso: «Non è una biografia, ma consegna al lettore delle ‘tracce’, degli anni con Ermanno».

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Diversi i riferimenti alla personalità di Olmi: da quella familiarità che si creava col gruppo di lavoro, che propriamente poteva essere definita come “la famiglia Olmi”, «perché era bello fare il cinema tra amici; si camminava tutti assieme anche per cercare un angolo da riprendere. Le cose, dalle più impegnative alle più semplici nel realizzarle ricreavano un ambiente familiare», alla gelosia delle sceneggiature: «erano inaccessibili: ma non solo, finite le riprese, le gettava. Misi del tempo prima di scorgerne la lettura di una». Ma c’era un perché a questa gelosia? «Forse l’abbattimento della staticità: il cinema è dinamismo tout-court e allora se vi è un incipit, non trascritto va subito provato e se piace è parte del film. Le sue sceneggiature erano capolavori: attenzione, dovizia di particolari e indicazioni in ogni pagina lavorata, variabili che si potevano immettere nell’immediato di una scena». Ne “La scelta” narri di aneddoti a doppio taglio: tristi e divertenti al contempo, come quello del furgone Open blitz: «Andavamo in giro per l’Italia, era pieno di attrezzature, la prima destinazione fu in Calabria per girare un documentario sui primi anni della nascita della televisione in Italia. Di rientro in Bovisa, lo parcheggiamo. Scendemmo, al ritorno non c’era più».

Come e col maestro/amico, Maurizio Zaccaro ha girato diversi docufilm, tra questi quello riconosciuto come il più importante: «’Milano ’83’, avevo una certa responsabilità. Erano stati demandati diversi registi per diverse città europee: se per le altre c’era una specie di liaison da seguire, in ‘Milano ’83’, non ci attenemmo agli standard». Fu motivo di successo che ad oggi è ricordato come il miglior docufilm di quella serie. Al disponibile Maurizio Zaccaro chiediamo il perché del titolo di questa sua nuova opera letteraria, senza tralasciare il ricordo di Ermanno Olmi, diretto risponde che: «A seguito del mio primo film negli Stati Uniti D’America, me ne fu proposto un altro, ma con Ermanno stavamo lavorando ad un ulteriore progetto: c’era da scegliere, quella con lui fu “La scelta”».

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