Da La Sicilia del 18 settembre 2024
La letteratura libera e pura di Roberto Saporito
Conoscendo la scrittura di Roberto Saporito, “Figlio, fratello, marito, amico” (Qed, 2024, pp. 111, € 12) risulta il suo romanzo più duro, critico e sincero.
l protagonista è figlio di un padre che lo vuole erede professionale, ma il suo intento è di non lavorare, ma qualcosa deve fare sino a diventare giornalista; fratello di una sorella sposata col suo migliore amico, Enrico, arrampicatore sociale dei tipi tra i migliori politici che qualunque estrazione politica contemporanea: personaggi legati all’inganno come unico scopo, altro che benessere del cittadino; marito di Lisa, qui non vogliamo aggiungere altro, abbiamo vissuto la tragedia che colpì il nostro autore, dai social e dalla stampa apprendemmo quel periodo, qualcosa è similare a ciò che attraversò il Saporito; amico di Enrico o della cassiera che si trova a rivedere dopo che il protagonista rimane da solo, perché tutti muoiono e lui a trovarsi con una eredità disarmante che gli permetterebbe la gioia di vivere, proprio lui che sognava di non lavorare. Paradosso della vita: hai tutto e anche oltre ciò che ti aspettavi da un punto di vista materiale, ma hai perso tutto, affetti, amori e conflitti patrilineari. Sei solo, viaggi, osservi, pantagane che ti sembrano enormi, perché lo sono, lo saranno sempre. Il declino si presenta nell’osservare ciò che socialmente stanno diventando i luoghi, le metropoli, i piccoli borghi. Non torneremo mai a nulla quando ciò che più ci manca non potrai mai esorcizzarlo, compreso l’odio… ma quest’ultimo forse puoi rasserenarlo con alcuni colpi di pistola. Qui il romanzo svolta fino ad affermare che Saporito è uno dei pochi contemporanei che il colpo di scena riesce a darlo senza preoccuparsi di raccontare di guerre, sindacati e femminismi vari. Onore alla letteratura libera e pura!