Da La Sicilia del 17 marzo 2023
La “Felicità” è come un gioco tragi-comico
“Felicità“ (Scatole Parlanti, pp.328, € 18) è la storia della trasformazione di una donna a causa del padre. Mix riuscito di tragico e comico che rende un tema sociale drammatico appetibile per il lettore che, oltre a pensare, vuole divertirsi. «Credo che compito della scrittura sia porre domande e ho voluto contribuire con una voce maschile al dibattito sul maschilismo, che per fortuna gode di attenzione crescente, ma che ancora è più spesso sollevato da donne», afferma Gianni Contarino (autore siracusano di famiglia ripostese, una laurea in ingegneria nonché scrittore e poeta, che vive fra Torino e un borgo sull’Etna). La storia narrata in “Felicità” parte nei primi anni ‘50 e copre sei decenni. Mentre in Russia muore Stalin o in Italia arriva il divorzio e a Berlino cade il muro, Nunzia vive come in ritardo, mai veramente toccata dai cambiamenti. Da bambina si innamora della musica, fra radio e tivù, Mina e il Quartetto Cetra, e ha una gran voce.
La madre se ne accorge, ma succube del marito, che è contrario, non la aiuta. Nunzia vive l’adolescenza relegata in casa fra le sberle di Gino, i divieti e i doveri, come studiare e dare una mano nelle faccende domestiche, guardando dalla finestra le altre ragazze e la loro vita normale. La sua mente si ammala e la spinge a restituire al mondo maschile la brutalità subita, non solo al padre. Contarino alterna scene comiche a momenti nostalgici, eventi pulp in stile Tarantino e dialoghi commoventi. C’è musica ovunque, quasi una colonna sonora, da Volare a Help, da Bandiera Bianca a Dune Buggy del film Altrimenti ci arrabbiamo; ci sono colori e sapori, qua e là dialetto e modi di dire, mare, cibo e vino, la bella Riposto e l’Etna che a detta dell’autore si è imposta, ricavandosi un ruolo in questa storia.