La destra, la sinistra e il tema della cultura
Francesco Giubilei col saggio/pamphlet che manifesta una notevole intensità sul concetto di cultura, “Gli intellettuali di destra e l’organizzazione della cultura” (Oligo, pp. 105, €13), non è provocatore, quanto ardito personaggio che si spinge oltre, chiedendosi perché non vi deve essere una cultura delle destre o perché non può essere una cultura di destra, di personaggi che militano a destra o di tutte le destre? E in quest’ultima citazione/domanda forse il cipiglio luciferino c’è: la sinistra attuale nel nostro paese si avvicina a un sovranismo novizio, perché non sa più dove sbattere le corna (escluso l’unico caposaldo rimasto in purezza: il governatore della Campania, De Luca) e le micidiali stupidaggini che la contemporanea rossa, altresì detta sinistra per l’appunto, spiazzata da rotture interne medesime, ha fatto si che i suoi seguaci abdicassero le miscellanee improvvise che, dal meraviglioso Sandro Pertini all’unico riconosciuto come puro comunista, Enrico Berlinguer, danno l’idea del rosso sbiadito.
Non c’è più sinistra che possa rivendicare il monopolio della cultura, non potrà mai più esserci, perché se così fosse, si parlerebbe di dittatura e la dittatura storicamente sta a destra, il tutto semplicemente perché è facile dimenticare i totalitarismi (rossi per antonomasia: osceni eroi di stermini di massa). La destra, la sinistra e Giubilei, che finito di leggerlo ci riporta a un precursore dello scandalo che oggi viviamo come normalità: Gaber, un uomo bandiera di una sinistra legittima e fiera, un uomo che aprì alla contestazione interna, praticandola con certa ironia. Giubilei ha fatto centro: tra ricerca storica conservatrice e progressismo destrorso, il sintetico ma chiaro, contenutisticamente e stilisticamente, pamphlet merita l’attenzione di pubblico e critica.