Da La Sicilia del 8 febbraio 2021
La commissaria e le lacrime finte per la morte di Dafne Sellani
Figlio dell’hard boiled e del giallo classico, il nuovo romanzo di Laura Naselli, “Lacrime finte” (Algra, € 10,00, pp. 100), narra di Dafne Sellani. Viene trovata morta e il Commissario Olivia Delcaso a due mesi dalla pensione, si occupa delle indagini per far un favore a un colle- ga. Risale all’età, sui sessanta; al vis- suto, praticò la prostituzione; ebbe una figlia e lavorava in uno studio di bellezza, gestito dall’ambiguo dott. Cutrullo e curato dalla segretaria. Pochi elementi per la Nostra, che fanno riattivare lo spirito di giustizia. Ha due mesi di servizio per risolvere il caso. Inizia a interrogare un nipote che non vedeva la zia ma che aveva le chiavi di casa; la vicina di casa che nulla sapeva, ma tutto aveva visto e del di lei figlio che puliva il condomi- nio. Tutti possono essere i colpevoli ma anche estranei i fatti. Sembra un solito giallo, detto così, eppure no: Laura Naselli ha sviluppato un genere terzo del giallo, nipote dei due sud- detti inserendo nuovi elementi: la ‘liscia’ che si oppone allo sconforto di rischiare di non andare in pensione, e l’ironia, che è rarissima proprio nel giallo e nell’hard boiled, il tutto con- dito da temi e emozioni drammatiche che fanno malissimo a chi le vive: invidia, miseria e solitudine che grazie a freddure di matrice anglosassone, definiscono quell’innovazione di sti- le, con tanto coraggio, paragonabile a quello che sancì il successo di Djuna Barnes, della quale diverse le epigrafi che aprono i capitoli: suonare come il basso in una band che raccoglie le armonie di ogni strumento creando un fenomeno simile al panismo dan- nunziano, la parola (scritta) diventa connotazione di una popolazione, quella etnea. Lode!