Da La Sicilia del 27 aprile 2021
In “Adolesco” il mestiere di crescere
Il romanzo di Timothy Megaride. Il mondo raccontato con gli occhi dei ragazzi e il conflitto con gli adulti tra “penultimatum”, ironia e necessità di comprendere
Qual è il vero modo di vedere la vita? Vivendola. Forse. E per chi? In ‘Adolesco‘ (Il ramo e la foglia edizioni, pp. 217, € 16), del misterioso Timothy Megaride, il giovane protagonista del racconto, Tommaso, fa meditare e non riflettere: meditare, dunque l’oggetto assoluto che si analizza. Visto dagli adolescenti il mondo degli adulti è incomprensibile, intriso di etichette che si traducono in locuzioni secche e dirette: “questo è giusto”, “questo è sbagliato”; per gli adulti invece, il mondo dei giovani è complesso e a volte per partito preso è sbagliato. Tommaso si interroga, parlando a ruota libera, di tutte le scoperte che la vita gli riserva, con un registratore.
Scuola, amici, insegnanti, genitori. La vita insomma, coi suoi perché: perché tanti migranti muoiono annegati? Perché tanta fame nel mondo che fa morire tanti bambini? E perché gli adulti pensano a fare soldi, lavorando sempre e trascurando spesso gli affetti personali come i figli? I ragazzi pensano che si deve cambiare modus vivendi: ma ciò non è possibile proprio perché gli adulti sono stati ragazzi e anche loro volevano cambiare il mondo; poi sono cresciuti e si sono schierati da quell’altra parte, che contestavano: quella, appunto, degli adulti. I grandi, cosa vuol dire grandi? Sei tale appena diventi maggiorenne e chi decide se sei maggiorenne? Questi alcuni interrogativi di Tommaso che giunge alla conclusione del perché non venga data una patente di maggiorenne a chi realmente dimostri di esserlo e rimandare come si fa a scuola chi non è pronto per questa investitura.
Le prime figure del mondo dell’adolesco Tommaso sono due avvocati, suoi genitori, madre possessiva e piagnucolona, padre paziente e a volte amico, ma con pochissimo tempo da dedicargli. Riccardo amico del cuore, omosessuale, col quale oltre a dividere la vita scolastica, pratica le prime esperienze sessuali, con conseguenza che quando la notizia diventa di dominio scolastico, vengono bullizzati. Ma a Tommaso nulla lo tange, non lo sa, ma dopo sì: Riccardo tenterà il suicidio. Entra in gioco lo psicologo, ma per Tommaso e per volontà dei propri genitori: Giona. Tommaso instaura un’amicizia che agevola lo psicologo. Infine, Marta, insegnante di doposcuola sposata con Fulvio, sterile. Marta è bellissima e suscita in Tommaso un interesse passionale che sfocia nel sesso e conseguente gravidanza. Il fatto crea un vero terremoto nella vita del ragazzo: i suoi genitori denunciano Marta, e il di lei marito, per violenza sessuale su minore. Tommaso non si spiega queste denunce, essendo innamorato della sua bella insegnante. Entrano in gioco i conflitti con il mondo degli adulti, capeggiati dai genitori, per passare agli inquirenti, ai tribunali, ai giudici, che agli occhi ingenui di Tommaso, sembravano dei re seduti nel loro posto trionfale in Tribunale.
La macchina della giustizia richiede prova del DNA della prole partorita da Marta. I continui interrogatori ai quali è sottoposto, con relativa conseguenza di essere sempre più coinvolto in una situazione complicata che ai suoi occhi è inspiegabile: perché tanto clamore per un atto così bello che provoca edonismo? A chi si sta facendo male? Perché gli adulti creano un dramma, come se si trattasse di un’apocalisse. Dell’epilogo non parliamo perché è giusto non togliere al lettore come si evolvono i fatti, scritti in maniera anche divertente perché vista con gli occhi e il pensiero di un giovane che un dì diverrà adulto, per scoprire che le vedute sulla vita, cambiano, da adulto… forse.