Approfondita e certosina la ricerca nell’ultimo romanzo di Antonella Sbuelz dal titolo “Mariam. Guerra e amori richiedono coraggio” (Vallecchi, pp. 462, € 20) che affronta un ‘momento’ storico quasi dimenticato, specie nelle scuole che dovrebbero fare certa formazione, piuttosto che dedicarsi a complicare piani di studio per insegnanti e alunni: ci riferiamo al colonialismo italiano in Libia. Il titolo, richiama il nome della protagonista: Mariam. Figlia di un italiano che opera nell’archeologia, alla morte di questi, assieme al fratello Samuel, è costretta a reinventarsi qualcosa al fine di campare.

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La ragazza si barcamenerà in ciò che oggi è la professione della baby-sitter a casa del vedovo Livio, col quale sboccerà l’amore serio e puro, convolando a nozze. Anche Samuel si sposerà, con Jole donna sbarcata in Africa assieme ad altri connazionali. Qui l’incrocio con i fatti reali diventa ancora più potente e indagatore: si narra di quel che si conosce superficialmente sulla morte del governatore Balbo dopo essersi opposto ai dettami del Duce. La Sbuelz oltre a dar magia, verità, approfondimento storico e bellezza di stile, svela altri misteri mai emersi ad oggi sulla questione di questa morte.

Seguiranno i periodi di abusi e soverchierie con la consacrazione delle squallide leggi razziali. Sbuelz, dunque, affronta tematiche complesse con coraggio e sincerità, senza cedere alla tentazione della demagogia o della strumentalizzazione politica. In definitiva possiamo affermare che il libro, che merita una profonda attenzione in quanto offre non solo intrattenimento letterario ma anche nuove prospettive e una migliore comprensione di un periodo storico cruciale, contribuisce sicuramente a revisionare il modo di insegnare la Storia della “Quarta Sponda” in modo più completo e accurato.