Da La Sicilia del 7 febbraio 2024
“Hypsas”, le emozioni sempre nuove di Mello
Trovare prosa nella poesia definendola al suo opposto non sempre è un’azione normale. Ciò appare nella nuova silloge del poeta agrigentino Valerio Mello. Da oltre un decennio trapiantato in Lombardia, l’autore e poeta, non è nuovo a stupire e a riproporsi con sensazioni che spingono, come anche madre psicologia recita, ad emozioni, per nulla scontate e sempre nuove. Nella sua settima silloge, “Hypsas”, uscita qualche giorno fa per la capitolina Ensemble edizioni (pp. 56, € 13,00), il Mello non come molti, lancia strali di impressioni che raggiungono l’apice della forza della comprensione che istiga alla pulsione più naturale, senza mai dimenticare il sogno metafisico del rispetto. Si sbilancia sempre verso un istante poetico, che abbandonando l’ermetismo, fionda anche verso un novello futurismo, così da far vibrare coraggiosi scuotimenti in chi legge e introietta il fascino della parola.
Parola per parola, si susseguono suggestivamente grandi novizie. Il discorso si fa serio, per poi risvegliarsi con fame d’aria in implosioni, le poesie per l’appunto, riportandoci nell’iperuranio consacrato all’ascensione dell’essere uomo: carne/tremolio/ispirazione/azione. Richiama i greci, i romani, i latini e i melloiani, quest’ultimi seguaci del poeta medesimo, così presente e così intento a portare a spasso i propri sentimenti tra albe e tombe, tra semi e strazi, tra lutti e specchi che rimettono in asse perfetto il riflesso della verità. Scardina precipizi di ipocrisia, consegnando al mondo la bellezza del dire che ci siamo solo se riconosciamo e quando affermiamo di non sapere, altro non facciamo che mentire! Ma perché mentire spudorati apparendo come aurea nullificata che piomba nel limbo della ripetizione? Impavido risponde: “La terra si allunga nell’odore di macigni”. Eccelso!