Da La Sicilia del 28 marzo 2021
Francesco Giampietri il filosofo umile e colto di Venafro scomparso nel 2020
Francesco aveva e ha una forza e una sensibilità profonda. Nonostante questa enorme attitudine, si muoveva in punta di piedi raggiungendo le persone con leggerezza, permettendo questi di aprirsi a lui. Collaborammo molto sull’asse Venafro Cassino, anche in quell’occasione quando lesse la tua tesi sul nichilismo, ecco perché ti volle qui». Parole di Vera Cavallaro che il 28 marzo 2020 mi annunciò la dipartita di Francesco Giampietri, intellettuale trentaseienne di Venafro, paesino molisano. «A Venafro – come racconta Rocco Viccione, presidente dell’Ass. “Venus Verticordia”, fondata con Francesco – abbiamo organizzato con la cooperativa “Il Geco” e i giovani del “Collettivo Divergente” la raccolta firme per chiedere di titolare uno spazio pubblico al nostro illustre concittadino. In meno di un mese, abbiamo raccolto circa 4mila firme, testimonianza dell’affetto e della stima di moltissimi per Francesco». Francesco era persona amabilissima e lascia un vuoto enorme, anche se lo scrittore e ex autore televisivo del “Tappeto volante”, Mariano Sabatini, ribalta: «Di molti si dice che hanno lasciato un grande vuoto, lui al contrario è tra i pochi che ci hanno lasciato un grande pieno. Innegabili le sue doti intellettuali di accademico, come quelle non comuni dell’empatia e dell’affettività. C’era sempre, anche a distanza: le sue parole sapevamo incidere nel profondo». Disconosceva la boriosità, di cui in troppi amano farsi vanto in tema di filosofia, tanto da scrivere: «La filosofia è un metodo, una via da seguire. Quindi non si può insegnare la filosofia, quanto piuttosto l’atti- tudine a filosofare. È una resistenza intellettuale alla santificazione del- la Verità […]». Forse, anche per questo Umberto Eco lo volle nel progetto “La filosofia e le sue storie”. Da monito a certuni che tacciano altri di sciacallaggio quando ricordano amici o conoscenti deceduti. Di quel 28/3 anche il dolore di Stefano Pantano: «Umiltà e cultura se ne vanno: siamo più soli».