Da La Sicilia del 09 aprile 2020
Incanalare la potenza della rabbia piuttosto che farla implodere
In tempi di Covid_19, dove a tutti è imposta la ‘prigionia’, fatta eccezione per chi supporta malati ante litteram e nuovi malati, torna in auge la necessità a saper indirizzare l’implosione, onde evitare di peggiorare la feccia già presente. È “Elogio della rabbia”, il manuale-saggio-romanzo, di Salvatore La Porta, pubblicato da ilSaggiatore, che sta interessando l’opinione pubblica, tanto da poterlo definire ‘profetico’. Il libro presenta un taglio sociologico che per chi lo assorbe comprende bene che indirizzare la rabbia piuttosto che farla implodere, non può che sortire benefici incipit vitali. Erroneamente soffochiamo la rabbia, per riuscire ad apparire e rimanere in un contesto, a costo di stare male, piuttosto che incanalare nel giusto bivio la potenza della rabbia che altro non potrebbe creare miglioria e uguaglianza grazie al confronto, che sia pure col giudizio: e qui l’autore è immenso. Il nemico incombe però: la tecnologia piuttosto che relazionarci con più rapidità, distanzia con sovversioni nevrotiche e ossessionanti devastazioni del controllo con esito che trasformiamo la nobile rabbia in virulenta furia che violenta la nostra medesima interiorità e struttura cognitiva. Qui i ceti e i background hanno poco conto; il sessismo non va oltre la demagogia; la galanteria, il rione più o meno borghese: annullate tutto! L’Elogio di Salvatore La Porta, punta a sconfessare quei dispotismi comunicativi che altro non fanno che distorcere la realtà e che ci permettono di validare la nascita di una nuova teoresi socio pedagogia critica, atta a migliorare la comprensione.