Da La Sicilia del 10 gennaio 2025
Dove sfiorivano i garofani rossi
“L’odore dei cortili” è il titolo del nuovo romanzo di Giuliano Brenna, professionista in area lettero-culinaria e uno dei fondatori, con Roberto Maggiani, di LaRecherche.it
Ombre storiche e escavazione esistenziale, gli elementi prioritari che emergono dalla fluente lettura de “L’odore dei cortili” (Il ramo e la foglia, pp. 224, € 17) di Giuliano Brenna (proprio uno dei due fondatori, con Roberto Maggiani, di LaRecherche.it, nonché un affermato professionista in area lettero-culinaria). Il romanzo, ambientato in Portogallo durante la Rivoluzione dei Garofani per opposizione al regime di Salazar, interseca in un’intima narrazione intrisa sovente di esplosioni emotive. Sono due i personaggi chiave: l’orfano Mattia, giovane alla ricerca delle sue radici e di una verità che possa riempire il vuoto lasciato dai suoi genitori scomparsi; il Capitano Green, ex ufficiale della polizia politica PIDE, che ha un vissuto oscuro, e che fingerà la propria morte per sfuggire al peso delle sue colpe per ricostruirsi nuove identità. Come spesso accade in questo tipo di romanzi, i due convergeranno in un incontro che diventerà il focus narrativo dell’intera opera. Non vi aspettate però guerre o miele, seppur questa intersecazione darà vita a tensioni emotive anche pronte a sfociare in violenza. La sorpresa che scuoterà l’animo del lettore sarà messa a durissima prova, col piacere di continuare a leggere questo gioiello del quale è proprio lo stile il motore che batte il tempo. La prosa di Brenna è densa, ricercata, mai artificiosa. Evocare atmosfere con una precisione quasi da risultante di test psicodiagnostici, senza intromissioni di mani esterne che manipolino i risultati. Si dia il caso nella descrizioni di Lisbona, dei suoi cortili (cui prende il nome il titolo del romanzo) decadenti, delle strade intrise di storia che susseguentemente si presentano come attivatori d’un panorama suggestivo che fa da specchio ai tumulti interiori dei protagonisti.
E ancora, Giuliano Brenna modula il ritmo narrativo con grande abilità, alternando momenti di introspezione profonda a scene più dinamiche che mantengono vivo l’interesse del lettore. Indiscutibilmente a parer nostro l’aspetto più affascinante de “L’odore dei cortili” non è solo la storia di Mattia e del Capitano Green, o l’affresco della transizione di un intero paese, dal controllo oppressivo di una dittatura alla ricerca di una libertà ancora fragile, ma la capacità del poliedrico uomo d’editoria che riesce ad intrecciare la dimensione personale con quella collettiva. Si è vero ci sono temi che negli ultimi anni sono spesso ridondati, memoria, identità, redenzione, et alii, ma la forza dell’autore sta in quella esplorazione psicodinamica della complessità delle relazioni umane in un contesto di oppressione politica e sociale. “L’odore dei cortili”, dunque, si pone come libro assoluto, che meriterà uno spazio assoluto negli scaffali di quei romanzi che affrontano tematiche difficili e universali, ma tagliate dalla stupenda scrittura dell’autore. Scrittura evocativa e personaggi sfaccettati catturano e commuovono, lasciando il lettore con domande profonde e immagini vivide. Il parere psicologico, per mera deformazione professionale, qui ci sta tutto: sicuramente questo libro è da consigliare a chi ama le storie in cui il personale si intreccia con il politico, e a chi cerca una lettura capace di coniugare emozione e riflessione. Una vera gemma narrativa che lascia il segno. Chiosiamo ricordando Mattia che ricercando la verità, così come lo elabora Brenna, metaforizza per l’intero Portogallo, un paese che deve fare i conti con il proprio passato per poter andare avanti.