Da La Sicilia del 17 novembre 2020
C’è anche un po’ d’ironia nella tragica pratica dell’anatocismo
“La mia banca” (Chiarelettere), è uscito postumo un mese fa perché l’autore, Enrico Morello, è deceduto a gennaio. Narrazione incalzante che svela realtà, come l’anatocismo, che annebbiano clienti di banche, il tutto raccontato anche con ironia e comicità. L’Avv. Speranza, debitore di 50.000€, (clicca sulla pagina de La Sicilia per continuare a leggere il servizio e tutto il giornale a soli € 0,99)
riceve l’invito dalla direzione a presentarsi in banca. Recatosi trova il vice direttore di filiale Vittorio, che con modi arroganti annuncia azione legale se non salda il debito. Ma Speranza, forte della sua professione, rifiuta di comunicare con questi grazie a un cavillo giuridico che gli permette di esimersi perché può chiedere di confrontarsi con il direttore di filiale, tale Angelo Farinetti. Persona affabile, accoglie Speranza in più incontri nel tentativo di aiutarlo a risolvere l’ammanco in maniera poco dolorosa. Sempre presente, senza mai esser stato invitato, Vittorio, che mira a sminuire le proposte del collega, che accortosi di ciò denuncia il fatto al direttore generale dell’Ist. Bancario, tale Santamaria. Ciò che emerge è che Vittorio trovasi in quella filiale per controllare proprio lui. Il turbato e onesto Farinetti, cerca e trova delle prove che incastrino gl’illeciti di Santamaria praticati per far carriera. Speranza, frattanto, conosce Franco Gianoglio, esperto di anatocismo che gli propone di collaborare come avvocato per i suoi clienti. L’unione godrà di risonanza mediatica, grazie al circa 90% di cause vinte. Questa visibilità irrita Santamaria che incolpa e fa licenziare il troppo onesto Farinetti coi clienti. Karma vuole che Farinetti consegnerà all’ex cliente, le prove contro Santamaria. Da qui una serie di ripercussioni su chi il male lo produce, dimenticando il valore della vita a favore di quello del denaro.
L’autore, doviziosamente ha esaminato lo squallido mondo socio-lavorativo, dove tra colleghi, superiori, capi et alii, a scapito dei risparmiatori, la legalità non esiste. Morello lascia un’eredità enorme: mai arrendersi per aver giustizia.