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SMF per La Sicilia – Anna a caccia nel passato del segreto silenzioso di Leo

18 Novembre 2020 - Articoli di S.M. Fazio, DIGRESSIONI, Recensioni
SMF per La Sicilia – Anna a caccia nel passato del segreto silenzioso di Leo

Da La Sicilia del 18 novembre 2020

Anna a caccia nel passato del segreto silenzioso di Leo

 

 

Pensare al dramma di chi perde la memoria e dopo, ritrovata, scegliere chi essere. Un dubbio che non sempre risolve gioiosamente la risposta. Nel potente romanzo di Stefano Corbetta, La forma del silenzio (Ponte alle grazie, 2020), viene narrata la tematica di chi soffre di sordità incrociata alla vicenda della sparizione del piccolo Leo. Diciannove anni dopo la tragedia, con una famiglia dilaniata dal dolore, Anna sorella di Leo, insegnante di sostegno per bimbi sordomuti che visita anche da privato riceve la visita di Michele, giovane sordomuto, che racconta di esser stato compagno di Leo e di sapere chi ha rapito Leo, incolpando l’istruttore Giordano dell’istituto dove vivevano 5 giorni su 7. (Clicca qui o sulla pagina de La Sicilia per continuare a leggere la recensione)

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Stefano Corbetta

Stefano Corbetta

 La donna indagherà, scoprendo che l’istruttore nulla c’entrava, piuttosto aveva preso il ragazzino in una notte gelida, mentre tentava la fuga. Qui il talento dello scrittore si espande: arredatore di parole e componimenti, morfologicamente eccellenti, con un finale che sa tanto di prosa poetica che così recita: “un padre forse sta guardando e finalmente sorridendo”. Cosa fa Corbetta? Lascia un finale aperto? Forse! O agghiacciante consegna verità insospettabili? Semanticamente innovativo, nonostante utilizzi degli standard che aiutino a rendere leggero un contenuto atroce come il dolore, i racconti che si susseguono con una scia che ha del paradossale lineare e che mette a dura prova il concetto di smarrimento nel pensiero in cui può trovarsi un essere umano quando improvvisamente perde tutto quanto ha più caro al mondo, è la chiave del successo di questo romanzo accorpata allo sconcertante finale che affonda nel giallo grottesco, portando all’acme il coraggio dell’autore nel dire le cose come stanno: la vendetta non conosce handicap o patologie, è lì, e solo la rabbia o la diabolicità riescono… in attesa della restituzione della canagliata che si provoca agli altri, leggerete il finale di Anna che lascia sorpresi.

 

 

 

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