Da La Sicilia del 31 agosto 2021
«Stanare i sensi di colpa di tutti»
Intervista a Davide Grittani, dal 2 settembre in libreria con il romanzo ispirato a Dolores O’Riordan dei Cranberries, che il 6 settembre avrebbe compiuto 50 anni
Abbiamo incontrato Davide Grittani – tra gli ospiti di Una marina di Libri a Palermo, il 17 settembre – alla vigilia dell’uscita dell’atteso nuovo romanzo ‘La bambina dagli occhi d’oliva‘ (Arkadia, pagg. 190, € 15). Ritorno coi botti: prima del suo arrivo in libreria sono oltre 30 i premi letterari a volerlo tra gli ospiti. L’autore pugliese è tra le penne più originali del panorama italiano, anche quando scrive da giornalista. Abbiamo subito aperto ricordando il precedente successo, “La rampicante”, per farci anticipare alcuni dettagli del nuovo dove emerge l’infanzia di Dolores O’Riordan, indimenticata leader dei Cranberries, che il 6 c.m. avrebbe compiuto 50 anni»
Perché proprio Dolores dei Cramberries?
«Devo tutto a un algoritmo. Stavo completando la prima stesura della prima parte del romanzo con dentro le tempie quel pezzo straordinario che è “Zombie” dei Cranberries, quando appunto un algoritmo mi ha dirottato a una delle interviste rilasciate dalla madre di Dolores a proposito della morte della figlia. Lì ho cominciato a interessarmi molto di più della sua vita e a scoprire che era stata abusata dal vicino di casa – un cattolicissimo irlandese – per otto lunghi anni consecutivi. Ho aspettato ancora un po’ che la storia fosse molto chiara dentro la mia testa, intendo con ambientazione e personaggi. Poi ho deciso che tutto doveva riportare a Dolores, che anche la morte della protagonista femminile del romanzo, Angelica Capone, dovesse assomigliare alla morte di Dolores: avvenuta, idealmente, per mano di tutti.»
Perché dice per mano di tutti noi? Qual è l’ambizione etica del romanzo?
«Stanare i sensi di colpa di tutti, le responsabilità stratificate negli anni che ci hanno fatto credere che la borghesia, il proletariato operaio e le classi dirigenti fossero al riparo dalle colpe che abbiamo nei confronti dell’infanzia. Invece siamo tutti responsabili al cospetto di questa adolescenza un po’ disturbata e senza sorriso che abbiamo sotto gli occhi, responsabili dei mezzi che gli abbiamo fornito – penso a una tecnologia senza più alcun pudore – e del fatto che non sappiamo più essere maestri.»
Tornando al romanzo: prima di uscire ha ricevuto blurb molto importanti come quello di Furio Colombo e soprattutto l’invito a partecipare da molti premi. Come se lo spiega?
«Tra i 13 blurb che insieme alla casa editrice Arkadia, che non finirò mai di ringraziare per la fiducia, abbiamo raccolto, c’è anche quello di Furio Colombo che parla “di un libro senza precedenti nel romanzo contemporaneo, proprio perché non è romanzesco”. Ovviamente ne sono onorato, ma i commenti che più attendo sono quelli dei Lettori e che spero arrivino numerosi dal momento dell’uscita del romanzo in libreria (2 settembre, NdR). L’invito ai premi dice molte cose e al tempo stesso dice niente, a molti di questi ho già preso parte con “La rampicante” per cui li conoscevo già tutti. Alcuni, però, sono molto incuriositi dalla trama, ed è questa la cosa che mi ha fatto più piacere del loro invito a partecipare.»
Volendo chiudere con la trama, “La bambina dagli occhi d’oliva” è un ritorno al passato o un ritorno sui luoghi in cui è avvenuto qualcosa che non si può cancellare?
«Durante i lavori di ristrutturazione di un appartamento nobiliare, viene fuori un disegno sui muri che racconta di un disagio profondissimo e di una paura. Questo disegno, macabro e profetico, è alla base della ricerca di un passato e di una verità che poi diventano centrali nel romanzo. Così come centrale e il gioco di respingimenti e riprese tra i due protagonisti, Sandro Tanzi e Angelica Capone, ai quali viene affidata la scoperta feroce di colpe che sembrano non gli appartenessero. E invece…»