Salvatore Massimo Fazio: «La mia regressione suicida? Una filosofia per ripartire dagli errori»
Lo scrittore catanese è uno dei sei finalisti della sezione saggistica della quindicesima edizione del Contropremio letterario Carver, nato a Roma con l’intento di esprimere un giudizio sugli autori del libro e non su tutto ciò che ci sta dietro.
«L’importanza di ricevere questo riconoscimento indipendente, considerato uno dei migliori d’Italia, sta nel fatto che la giura formata da lettori, giornalisti, scrittori, addetti ai lavori, critici e agenti letterari non guarda i nomi sulle copertine o la casa editrice, ma la valenza dell’opera» – osserva Fazio, premiato per Regressione suicida dell’abbandono disperato di Emil Cioran e Manlio Sgalambro(Bonfirraro), pubblicato nell’ottobre del 2016.
Sono proprio le motivazioni e i criteri con cui vengono selezionati i finalisti, uno per ogni categoria tra quasi settemila libri letti ed esaminati, a chiarire le intenzioni del premio letterario indipendente, che accende i riflettori sulla lettura e la ricerca di nuove storie, forme e stili.
Sono diciotto i finalisti che sabato 11 novembre si riuniranno a Lucca per la cerimonia di premiazione, che si svolgerà dalle 15 presso l’auditorium del centro culturale Agorà, in pieno centro storico. A condurre l’evento – organizzato dalla piattaforma letteraria Prospektiva in collaborazione con Prospettiva, Tralerighe libri e associazione Historica Lucense – l’editore e giornalista Andrea Giannasi, che come da tradizione presenterà i libri discutendone con gli autori, che arrivano da tutta la penisola: Roma, La Spezia, Vercelli, Pistoia, Ravenna, Napoli, Crotone, Bergamo, Chieti, Firenze, Catania, Trento e molte altre città ancora.
«Se devo essere sincero non conoscevo questo concorso letterario – ammette l’autore catanese – vinto negli anni da tanti nomi illustri. Ed è stata una bella sorpresa trovarci il mio, soprattutto perché l’intento principale dell’associazione Prospektiva è valutare l’opera senza considerare se sei un premio Nobel o l’ultimo arrivato».
Regressione suicida esce a sei anni di distanza dal fortunato Insonnie, che ha contribuito a rendere popolare Salvatore Massimo Fazio tra i lettori di tutto lo stivale. «In questo libro provo a disintegrare quelli che sono stati per me due maestri, il filosofo e saggista rumeno Emil Cioran e il filosofo e poeta siciliano Manlio Sgalambro, di cui sconfesso la grandezza che in molti ci hanno visto attraverso il gioco di parole creato intorno al concetto di regredire. Tornare indietro e riguardare un po’ tutto quello che si è fatto fino a quel momento, per poi ripartire».
Il suicidio, dunque, altro non è che suicidare tutte le azioni errate di se stessi e lo spiega bene, Massimo Fazio, nel testo dove si congeda da questi due personaggi. «Me ne separo già dalle prime pagine del libro, dove spiego che cosa è accaduto tra noi ed espongo la tesi del nichilismo cognitivo di cui sono teorizzatore, che si dissocia completamente dalle teorie di questi due pensatori».
«Nei primi due capitoli – continua Fazio – mi presento facendoli dialogare con me, mentre nel terzo inizia un dialogo senza eguali tra loro due». Nella conclusione, invece, si spiega come il concetto di regredire suicidario non è da legarsi esclusivamente al verbo suicidare, ma rappresenta «un tornare indietro, un momento sentimentale in cui rivivere e brillare di luce propria, seppur in quel nichilismo cognitivo di cui parlavamo poc’anzi».
A prescindere dal risultato finale che verrà stabilito sabato a Lucca, arrivare tra i sei finalisti del Contropremio letterario Carver è stato per Fazio un riconoscimento importante e inaspettato. «L’opera ha una valenza impressionante, ci sono stato sei anni a scriverla ed è stata presentata in tutta Italia, da Cosenza ad Avellino, da Ivrea alla Marina di Libri di Ragusa. È stata accompagnata anche da parecchia contestazione perché è improntata sulla sistematicità accademica. Ma – conclude Fazio – tornerò più volgare di prima».