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Pasqua di Resurrezione e Uova Pasquali nel mito (Il Venerdì di Francesco Das Atmananda)

14 Aprile 2017 - Il Venerdì

PasquaGentili Amiche, Cari Amici,
Ogni anno, all’equinozio di primavera, si celebra, come nelle antiche cerimonie pagane, la Pasqua di Resurrezione.

Dopo il riposo invernale tutto risorge e rivive nel nuovo ciclo di vita, e le sacre celebrazioni primaverili, che appartengono all’intera razza umana, e che troviamo in tutte le tradizioni e cerimonie religiose, sono l’eco dell’antichissima “RELIGIONE-SAGGEZZA – PRE-VEDICA”


La Pasqua è una delle Feste cristiane per eccellenza, ma incorpora tradizioni precristiane legate alla primavera e alla fertilità.

Per i greci antichi, infatti, il mito del ritorno dal mondo sotterraneo alla luce del giorno di Persefone, figlia di Demetra, dea della terra, simboleggiava il rinascere della vita a primavera, dopo la desolazione dell’inverno.

I frigi credevano che la loro divinità principale si addormentasse all’arrivo dell’inverno e durante l’equinozio primaverile celebravano cerimonie con musiche e danze per risvegliarla.

Il nome “Pasqua”, deriva dal latino pascha e dall’ebraico pesah, per effettuare un esame etimologico della parola Pasqua, però, dobbiamo rifarci al termine inglese “Easter” che ci riporterebbe ad antichi culti legati al sopraggiungere della primavera e in particolare ad una antica divinità pagana, la Dea Eostre.

I simbolici miti della Pasqua si ritrovano:
-nelle uova sacre degli Egizi;
-nelle uova colorate degli scandinavi delle uova di Ostara, Dea della primavera;
-nell’Uovo sacro dei Druidi;
-nell’uovo rosso primaverile dei popoli Slavi;
-nelle Uova Colorate degli indiani dell’america centrale;
-nelle uova Pasquali della civile europa.

L’uovo rappresenta la Pasqua nel mondo intero: c’è quello dipinto, intagliato, di cioccolato, di terracotta e di carta pesta, ma mentre le uova di cartone o di cioccolato sono di origine recente, quelle vere, colorate o dorate hanno un’origine radicata nel lontano passato.

Le uova, forse per la loro forma e sostanza molto particolare, hanno sempre rivestito un ruolo unico, come simbolo della vita in sé, ma anche del mistero, quasi della sacralità.

Già al tempo del paganesimo in alcune credenze, il Cielo e la Terra erano ritenuti due metà dello stesso uovo e le uova erano il simbolo del ritorno della vita, gli uccelli infatti si preparavano il nido: a quel punto tutti sapevano che l’inverno ed il freddo erano ormai passati.

I Greci, i Cinesi ed i Persiani se li scambiavano come dono per le feste Primaverili, così come nell’antico Egitto le uova decorate erano scambiate all’equinozio di primavera, data di inizio del “nuovo anno”, quando ancora l’anno si basava sulle le stagioni.

L’uovo era visto come simbolo di fertilità e quasi di magia, a causa dell’allora inspiegabile nascita di un essere vivente da un oggetto così particolare.

Le uova venivano pertanto considerate oggetti dai poteri speciali, ed erano interrate sotto le fondamenta degli edifici per tenere lontano il male, portate in grembo dalle donne in stato interessante per scoprire il sesso del nascituro e le spose vi passavano sopra prima di entrare nella loro nuova casa.

Le uova, associate alla primavera per secoli, con l’avvento del Cristianesimo divennero simbolo della rinascita non della natura ma dell’uomo stesso, della resurrezione del Cristo: come un pulcino esce dell’uovo, oggetto a prima vista inerte, Cristo uscì vivo dalla sua tomba.

Nella simbologia, le uova colorate con colori brillanti rappresentano i colori della primavera e la luce del sole, quelle colorate di rosso scuro sono invece simbolo del sangue del Cristo.

L’usanza di donare uova decorate con elementi preziosi va molto indietro nel tempo e già nei libri contabili di Edoardo I di Inghilterra risulta segnata una spesa per 450 uova rivestite d’oro e decorate da donare come regalo di Pasqua.

Ma le uova più famose furono indubbiamente quelle di un maestro orafo, Peter Carl Fabergé, che nel 1883 ricevette dallo zar Alessandro, la commissione per la creazione di un dono speciale per la zarina Maria.
Il primo Fabergé fu un uovo di platino smaltato bianco che si apriva per rivelare un uovo d’oro che a sua volta conteneva un piccolo pulcino d’oro ed una miniatura della corona imperiale. Gli zar ne furono così entusiasti che ordinarono a Fabergé di preparare tutta una serie di uova da donare tutti gli anni.
L’uovo diventa così un potente talismano di fertilità e vita come testimoniato dalle usanze delle uova sacre Russe o Ucraine ove il cibarsi di questo alimento celebrerebbe la rinascita del sole e il ritorno delle stagioni dell’abbondanza.

Il mito pasquale, per la sofferente umanità, simboleggia lo schiudersi ed il risveglio della sua Coscienza Divina, il Chrestos-Cristo dentro di noi. Esso è il Signore e Salvatore che giace sopito in ogni essere umano, e non và cercato nelle camere segrete, nei templi o santuari costruiti dall’uomo, ma nel cuore di ogni singolo individuo.

Colui che cerca di rimuovere la PIETRA pesante del proprio egoismo e si sforza di RESUSCITARE il suo Spirito Immortale Crocifisso sepolto nelle proprie passioni, risveglia il Cristo Signore e Salvatore risorto in lui, questa È la pietra fondamentale sopra la quale sta costruita la Fede cristiana.

Questa settimana cominciata con le palme, termina coi gigli, il segno bianco e santo che il Figlio di Dio è innocente. ….Offri a tuo fratello il dono dei gigli, non la corona di spine; il dono dell’amore e non il “dono” della paura.
Sei di fianco a tuo fratello, con le spine in una mano e i gigli nell’altra, incerto su cosa dare. Adesso unisciti a me e getta via le spine offrendo i gigli al loro posto.

Auguro a tutti una serena Pasqua di Rinascita del proprio Cristo Interiore
Un abbraccio di Luce Pace con Amore Francesco das Atmananda (G.B.)

Gli uomini devono sapere che in questo teatro che è la vita umana è concesso solo a Dio e agli Angeli di fare da spettatori.
Francesco

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