Nel sud dell’Irlanda, vicino alla cittadina di Coppagh, viveva un gobbo soprannominato Lusmore.
La sua deformità gli era così pesante che non riusciva nemmeno a sollevare lo sguardo da terra e proprio per il suo aspetto, pur essendo una persona docile e perbene, tutti lo temevano, pensando fosse uno stregone.
In realtà era un bravissimo intrecciatore di paglie, con cui faceva cesti e cappelli. Lui stesso portava un suo copricapo, ornato con un rametto di digitale, il cosiddetto ” cappuccio delle fate “.
Una sera, mentre tornava a casa, si fermò per riposare presso il tumulo di Knockgrofton. La stanchezza era tale che stava per appisolarsi quando sentì alzarsi un canto melodioso. Quando cercò di distinguere le parole che venivano pronunciate, capì che la canzone ripeteva solo “lunedì e martedì”.
Dopo un po’, nel bel mezzo di una pausa, Lusmore soprappensiero aggiunse ” e ancora mercoledì “. I folletti che cantavano, lì di casa, affascinati dalla novità, decisero di omaggiare il suo autore.
Il gobbo fu portato nel tumulo,festeggiato e riverito e il capo dei folletti gli tolse persino il suo fardello. Ma la gioia e lo stupore erano tali che Lusmore svenne.
L’indomani si svegliò di soprassalto sul prato vicino al tumulo e con sua grande felicità constatò che la gobba non c’era più.
Corse al paese dove ovviamente tutti dubitarono ancor di più se possibile della sua vera identità, ma presto comunque la sua avventura coi folletti fece il giro dei mercati e dei paesi vicini e arrivò anche alle orecchie di una donna il cui figlio era gobbo pure lui. A notte fonda, il giovane gobbetto si fece trovare al tumulo ma avendo un brutto carattere, si innervosì facilmente nell’ attesa e perciò interruppe in malo modo la magica canzone per elencare tutti i giorni della settimana, pensando che così avrebbe ottenuto anche più onori di Lusmore.
Ma i folletti non apprezzarono affatto l’ intromissione; lo portarono nel tumulo, lo sballottarono e gli misero su pure la gobba di Lusmore.
Scacciato dal regno, si ritrovò solo e malconcio, vicino al tumulo, e dal quel giorno maledì tutto ciò che aveva a che fare con la magia e le melodie fatate.
Considerazioni personali:
La vita è come l’Eco, ti rimanda indietro sempre ciò che invii.
In effetti, bisogna imparare a dare quello che vogliamo ricevere, questa è la vera Legge d’Attrazione.
Solo quando sapremo dare ciò che più vogliamo ( il simile attira il simile, non l’uguale) saremo pronti a ricevere.
Questo è riferito ad ogni aspetto: ad esempio, se vogliamo Amore, dobbiamo prima saperlo donare.
Dare e ricevere sono i due aspetti dello stesso flusso energetico dell’Universo. Uno non può prescindere dall’altro.
Noi siamo in continuo contatto con questo flusso energetico dell’Universo e arrestarlo significa bloccare la nostra Vitalità e il nostro interagire con l’Universo.
Quindi, oltre a ricevere ciò che diamo ( nel bene e nel male) non riceviamo ciò che non diamo ( sempre nel male e nel bene).
E con l’Universo non si può barare, si accorge SEMPRE se vogliamo dare meno di quello che vogliamo ricevere. E come amava dire un mio Vecchio Maestro: “ad ognuno il suo”.
La vita non è difficile, basta essere consapevoli che ogni cosa che non diamo non potrà mai arrivarci (sempre di simili si tratta, mai di uguali) e ogni cosa che diamo ci tornerà indietro.
Chiaramente ci ritorna con i modi e i tempi più consoni all’Universo e non ai nostri.
Può essere immediato o tra tre mesi o tra dieci anni. Ma tutto torna sempre in equilibrio.
Inoltre, possiamo credere o meno a questa Legge, tanto entrerà sempre in attività a prescindere.
L’unica differenza riguarda la consapevolezza: chi la conosce e l’accetta sa benissimo che è solo lui il responsabile della sua vita e quindi può lavorare per modificarsi. Chi non la conosce o non l’accetta è come un veliero senza timone sballottolato dalle tempeste della vita senza sapere come porvi rimedio.(Per chi conosce GESÙ l´importante é non abbandonare ~LA BARCA~)
Come sempre: “libero arbitrio…”
Un abbraccio di Luce e Pace
buona domenica per tutti
con Amore Francesco
das Atmananda (G.B.)