C’era una volta un contadino di nome Ivan, talmente povero che non possedeva nient’altro che un’accetta con cui si procurava da vivere spaccando legna.
Un giorno mentre lavorava sulla riva del fiume, la lama dell’accetta si staccò dal manico e volò in acqua.
Il povero Ivan si disperò:
con che cosa si sarebbe procurato ora quel poco da mangiare, come aveva sempre fatto?
Si sedette sulla riva del fiume sospirando, ma i suoi lamenti richiamarono uno strano vecchietto che si avvicinò e gli chiese che cosa fosse accaduto.
Quando Ivan gli ebbe raccontato la sua sventura, l’ometto si tuffò nel fiume e poco dopo riemerse, mostrando un’accetta tutta d’oro:
“E’ questa?” chiese.
“No, non è la mia!” rispose sicuro il taglialegna.
Il vecchietto si immerse ancora e tornò con un’accetta d’argento.
“Non è neppure questa!” affermò il boscaiolo.
La terza volta, il vecchietto gli riportò la sua scure.
“Sì è proprio questa!” gioì felice il taglialegna.
“Riprendila, non mi devi nulla per l’aiuto che ti ho dato.
Anzi, poiché hai dimostrato di non essere avido e bugiardo, meriti un premio:
puoi tenere anche l’accetta d’oro e l’accetta d’argento!”
Considerazioni personali:
La Sincerità, alcune volte, è più strana della finzione e per molte persone è di gran lunga meno accettabile… Essa è una lingua priva di accenti!
In effetti, per molti, il contadino rappresenta un sempliciotto che non ha saputo approfittare dell’occasione…quindi per costoro la Verità è meno accettabile o è strana nella sua accezione.
Ma poi, come sempre, le Leggi Universali sono molto diverse da quelle umane e meno male aggiungo io.
Swami Vivekananda amava dire:
“Noi tutti guardiamo la Verità da punti di vista differenti, che variano secondo la nostra nascita, la nostra istruzione, il nostro ambiente. Tutti fissiamo lo sguardo sulla Verità, cercando di coglierne quanto più ci permettono le nostre circostanze: la coloriamo dei nostri sentimenti, la comprendiamo col nostro intelletto, la afferriamo con la nostra Anima. Sappiamo della Verità solo quel tanto che di essa possiamo contenere e comprendere. E’ questo che rende diverso un uomo da un altro e che talvolta dà luogo d idee contraddittorie. Eppure noi tutti apparteniamo alla stessa Grande Universale Verità”.
Ed è proprio questa Grande Universale Verità che rimette a posto le cose…così com’è accaduto al contadino, premiato per la sua sincerità ed onestà.
La vita è come un’eco: se non ti piace quello che ti rimanda, devi cambiare il messaggio che invii. E questo vale soprattutto per la Sincerità.
Una persona bugiarda attirerà nella sua vita persone e situazioni che vibrano ad una frequenza simile. Questo vale anche per la persona leale. Come sempre c’è il libero arbitrio…ad ognuno il suo.
Un abbraccio di Luce e Pace buon fine settimana per tutti
con Amore Francesco das Atmananda (G.B.)