Una bambina stava disegnando e l’insegnante gli disse:
“E’ un disegno interessante, cosa rappresenta?”
“E’ un ritratto di Dio!” rispose la bambina.
“Ma nessuno sa come sia fatto Dio!” disse l’insegnante.
“Quando avrò finito il disegno lo sapranno tutti” replicò la bimba.
Poco dopo la nascita di suo fratello, la piccola Sachi cominciò a chiedere ai genitori di lasciarla sola con il neonato.
i genitori si preoccupavano che, come quasi tutti i bambini di quattro anni, potesse sentirsi gelosa e volesse picchiarlo o scuoterlo, per cui le dissero di no.
Ma Sachi non mostrava segni di gelosia.
Trattava il bambino con gentilezza e le sue richieste di essere lasciata sola si facevano più pressanti.
I genitori decisero di consentirglielo.
Esultante, Sachi andò nella camera del bambino e chiuse la porta, ma rimase una fessura aperta, abbastanza da consentire ai curiosi genitori di spiare e ascoltare.
Videro la piccola Sachi andare tranquillamente dal fratellino, mettere il viso accanto al suo e dire con calma:“Bambino, dimmi come è fatto Dio. Comincio a dimenticarmelo.”
Considerazioni personali:
Gesù amava dire:
“«In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli.”(Matteo 18, 3-4)
In questa frase, Gesù paragona all’accoglienza di un bambino l’accoglienza della presenza di Dio. C’è una connivenza segreta tra il regno di Dio e un bambino.
I bambini sanno com’è fatto Dio, ma arrivano in un mondo che fa di tutto per farglielo dimenticare il più in fretta possibile.
Un bambino ha piena fiducia di chi lo circonda perché è ancora in stretto contatto con i “Regni Spirituali”, puri e incorrotti. Non ha ancora filtri e preconcetti come gli adulti ed è per questo che la sua Anima può esprimersi liberamente. Per poter vedere ed incontrare Dio abbiamo un unico mezzo a disposizione : il nostro cuore. Ed il cuore del bambino è spontaneamente aperto ed accogliente, chiede con semplicità ed ama con purezza . Tornare bambini, per ognuno di noi, significa rinunciare alla superbia, alla competizione, all’arrivismo, all’invidia, alla sufficienza …
Significa anche abbandonarsi come fanno i bambini, credere come credono i bambini, pregare come pregano i bambini. Ecco perché il volto di Dio è conosciuto solo dai bambini…ecco perché i bambini sono in contatto con i Piani Celesti… Poi si cresce e la famiglia, la scuola, la chiesa, le istituzioni contribuiscono, tutti insieme , a costruire una coltre talmente spessa che alla fine non riusciamo più a vedere nulla. Poi, nel giorno del “risveglio” , auspicato per tutti ( ma non da tutti raggiunto) , siamo da soli a dover abbattere quelle mura tanto spesse e dissolvere quella coltre che annebbia la visione.
Il lavoro è tanto, ma ogni viaggio inizia sempre con il primo passo….
Buon fine settimana per tutti
e un grande abbraccio di Luce e Pace
con Amore Francesco das Atmananda (G.B.)