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Il riso e le bacchette – Fiaba cinese (Il Venerdì di Francesco Das Atmananda)

8 Maggio 2015 - Il Venerdì

«Un mandarino cinese, passato aldilà del velo, mentre s’avviava al paradiso, ebbe voglia di visitare l’inferno.
Fu accontentato e condotto al soggiorno dei dannati. Si trovò così in un’aula immensa, con tavole imbandite, su cui fumava, profumando l’aria, il cibo nazionale in enormi vassoi: il riso, il diletto e benedetto riso.
Attorno alle tavole sedevano innumerevoli persone, ciascuna munita di bacchette di bambù per portare il riso alla bocca…. …Ogni bacchetta era lunga due metri e doveva essere impugnata a una estremità. Ma, data la lunghezza della bacchetta, i commensali, per quanto si affannassero, non riuscivano a portare il cibo alla bocca.
Colpito da quello spettacolo di fame nell’abbondanza, il mandarino proseguì il suo cammino verso il soggiorno dei beati.
Ma quale non fu la sua sorpresa nel constatare che il paradiso si presentava identico all’inferno: un ampio locale con tavole imbandite, vassoi enormi di riso fumante, da mangiarsi con bacchette di bambù lunghe due metri, impugnate a una estremità.
L’unica differenza stava nel fatto che ciascun commensale, anziché imboccare se stesso, dava da mangiare al commensale di fronte, in modo che tutti avevano la possibilità di nutrirsi con piena soddisfazione e serenità.»

Considerazioni personali:
Il messaggio profondo di questa storiella ci fa comprendere l’utilità del rendersi disponibili e condividere.
Noi siamo parte di un Tutto infinitamente più grande, tutti connessi nel mosaico evolutivo universale.
Il vero e unico peccato risiede nella separazione. Gli altri si possono intendere come errori, ma la separazione e qualcosa di più.

In effetti la parola “diavolo” deriva dal verbo greco dia-bàllein che significa separare, porre barriera, porre frattura. Il diavolo è colui che crea, attraverso la menzogna, separazione, frattura e inimicizia tra uomo e Dio, tra uomo e uomo. E’ colui che crea, attraverso l’inganno una frattura nell’anima del singolo individuo.

Quando aiutiamo un nostro fratello in difficoltà è come se stessimo aiutando noi stessi. Nulla si perde nell’Economia Universale.

Chiaramente non con le chiacchiere o le prediche occasionali dietro cui si nasconde spesso tutto un mondo colmo di simulazioni ed ipocrisie. Bensì rinunciando a qualche proprio vantaggio per beneficiarne i più umili. Essere d’esempio nella vita quotidiana.

Esiste una Legge Universale che si trova nei vari libri sacri delle religioni del mondo, che è unica nel suo genere per la sua presenza in tutte le culture: “Fare agli altri quello che vorremmo fosse fatto a noi e a non fare agli altri quello che non vorremmo fosse fatto a noi”.
Questa Legge è talmente preziosa da essere chiamata la Regola d’oro o Aurea Regola!

In forme diverse la possiamo trovare nei libri sacri delle principali religioni e nei testi di molte culture, vediamone qualcuna:
CRISTIANESIMO: “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti” (Vangelo secondo Matteo 7,12).
EBRAISMO: “Ciò che per te è odioso non farlo al tuo compagno. Questa è l’intera Legge” (31° Sabbat, Talmud Babilonese).
ISLAM: “Nessuno di voi è un credente finché non ama suo fratello come ama se stesso” (Profeta Muhammed, 13° dei 40 Hadiths Nawawi).
BUDDISMO: “Non ferire gli altri in maniera che tu non debba ritrovarti ferito” (The Buddha, Uadanavarga 5, 18).
INDUISMO: “Questa è la somma del dovere: non fare agli altri ciò che ti causa dolore se fatto a te” (Mahabharata, 5.15.17).
CONFUCIANESIMO: “E’ il massimo dell’amabile benevolenza: non fare agli altri ciò che non vorresti che essi facessero verso di te” (Confucio, Analects 15.23).
GIAINISMO: “Nella felicità e nella sofferenza, nella gioia e nel dolore, dovremmo avere cura di tutte le creature come abbiamo cura di noi stessi ” (Lord Mahavira, 24° Tirthankara).
SIKHISMO: “Come stimi te stesso, così stima gli altri” (Sri Guru Granth Sahib).
TAOISMO: “Rispetta la vincita del tuo prossimo come se fosse la tua, e la sconfitta del tuo prossimo come se fosse la tua” (Lao Tzu T’ai Shang Kan Ying P’ien 213-218).
BAHÁI: “Benedetto è colui che ama suo fratello prima di se stesso” (Bahá’ u’ lláh, Tablets of Bahá’ u’ lláh, Bahá’í World Centre, Haifa 1978).
ZOROASTRIANESIMO: “Non fare agli altri ciò che è dannoso per te stesso” (Shayast-na-Shayast 13.29).1
RELIGIONE TRADIZIONALE AFRICANA: “Ciò che dai (o fai) agli altri, questo ti sarà dato (o fatto) a te” (Proverbio rwandese).

A questo punto non ci resta altro da fare che…METTERLA IN PRATICA!!!
Un abbraccio di Luce e Pace
buon fine settimana per tutti
con Amore
Francesco das Atmananda

“La vita non è aspettare che passi la tempesta, ma imparare a danzare sotto la pioggia” Mahatma Gandhi

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