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Il destino di una Terra che conserva una sola speranza (Digressione 31)

14 Giugno 2015 - DIGRESSIONI

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Ho ricevuto un commento su un articolo da parte del Sig. Giovanni Risina, nella foto, che mi ha così particolarmente colpito tanto da chiedere all’ufficio stampa di contattarlo perché volevo parlargli. Trascorse due settimane c.ca, finalmente lo stesso si è messo in contatto. Ho chiesto l’autorizzazione a far diventare il suo commento un articolo della rubrica ‘Digressione’ nel mio sito. Ho dovuto parecchio insistere per avere una sua foto, sino a riuscirci. Il Sig. Risina è ciò che traspare dalle parole del commento/articolo. Mi sono inorgoglito di avere tra i visitatori anche una persona così genuina, un uomo per bene, che mi è apparsa anche timida,( già il fatto che non voleva una visibilità visiva lo dimostra) ma diretta. Una voce che rappresenta diverse persone nel mondo. Non posso aggiungere altro. Vi invito a leggere e riflettere ciò che ha inviato. Il titolo del suo commento lo trovate più in basso in forma integrale. Grazie Giovanni.
                                                                                                           Salvatore Massimo Fazio.

Il triste destino di una Terra che conserva ancora una sola speranza.
Ho trascorso quasi mezzo secolo su questa Terra e ho di visto la piccolezza dell’uomo che indegnamente ne ha calpestato il suo suolo. Ho visto una Sicilia ricca di potenzialità e di doni ma purtroppo ho visto:
la Terra violentata dal cemento e dalla bruttezza;
il grigio devastante dei muri esterni delle case incomplete ma abitate nello sfarzo dorato degli interni;
la storia e le sue bellezze dimenticate;
il giallo del Barocco sgretolarsi giorno dopo giorno;
il mare scambiato per una discarica indifferenziata;
la montagna innevata di spazzatura;
ville costruite su colline di rifiuti;
grotte abitate da barili scuri e mortali;
le coste assalite e cementificate dai notabili a proprio uso ed esclusivo consumo;
fiamme ardere giorno e notte alimentate da navi alla fonda ed ormeggiate;
i tranquilli paesini dell’entroterra abbandonati per essere ammaliati da una sirena dal cupo richiamo d’amore traditore;
profumi ed essenze di zagara rubati;
fiori lasciati a seccare dopo la loro messa a dimora;
i bambini giocare nelle strade e non nei campi e campetti;
lo sport con il fiato corto, annaspare e annegare;
stadi blindati e tifosi ossessionati, scortati;
l’informazione geneticamente modificata;
spazi culturali circondati dall’ignoranza;
le scrivanie occupate dall’arroganza e dalla prevaricazione, ottime serre per il malaffare;
l’incompetenza dove competenza ed attenzione necessita;
una classe di politici dediti solo alla sofferente ed infelice ricerca del consenso per la vita;
per la vita, schiere di soldati senza alcuna divisa, reclutati per la politica del favore;
varietà di simboli e numeri cangianti per la politica;
nomi di martiri in politica;
i diritti più elementari, negati e calpestati;
la legge che spesso non è uguale per tutti, applicata ai nemici ed interpretata per gli amici o conoscenti;
l’acqua e l’aria negata ai campi ed alle genti;
strade fatte di ciottoli spesso assassine;
l’arte negata e nascosta, sia di feriale che di festivo;
quadri senza cornici;
tele colorate messe in inutili stanze buie e chiuse;
impiegati, ma non motivati, spesso quasi sempre raccomandati;
scuole senza gessetti ma con la lavagna digitale;
maestri ed insegnanti annoiati ed accigliati;
ragazzi e ragazze, il nostro futuro, vivacchiare e sospirare, distratti e quasi mai sognanti;
coltelli e pistole, spesso lingue ferire;
parassiti a far lavorare e sudare altri ma famiglie e clan foraggiare;
viaggiatori estasiati ma derubati e violentati;
animali correre tra le strade e rincorrersi di scommesse sui motocicli e sulle macchine;
persone per terra tra i cartoni e molti abbandoni;
anziani svuotati delle proprie esperienze e lasciati morire;
cassonetti dei rifiuti scelti come ristoranti e terrazze esclusive agghindate;
bambini nati e già rifiutati dalla burocrazia;
Ho visto questo e forse anzi di certo tanto di più che forse ora non ricordo.
Ero piccolo ed il sole che tramontava mi dava appuntamento al giorno dopo per sognare e vivere su questa Terra.
Sognavo e pensavo che la Sicilia fosse unica. Lo era.
Abbiamo perso la dignità ed abbiamo permesso e dato facoltà a chiunque di usarci, siamo stati sempre un popolo invaso e dominato, solo che tutti i precedenti invasori hanno contribuito alla bellezza di questa terra, l’ultima dominazione sta lasciando devastazione e morte.
Il dominatore non viene da lontano o da oltremare, lo hanno partorito i nostri nonni, cresciuto i nostri padri e rinnegato la nostra generazione.
Si chiama “ consenso politico “ e la raccolta in questa Terra, negli ultimi decenni è stata di pessima qualità.
Vedrà questa Terra, il Sole colorare il viso delle prossime generazioni e far sprigionare il profumo di zagara ?

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