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I Pozzi (Il Venerdì di Francesco Das Atamananda)

20 Novembre 2016 - DIGRESSIONI, Il Venerdì

 

pozzoLa città era piena di pozzi; pozzi diversi l’uno dall’altro non solo per il luogo dove erano stati scavati, ma anche per l’apertura di ognuno. C’erano pozzi con cordoli di marmo e metalli preziosi; pozzi con aperture in umile mattone o legno e alcuni, tra quelli più poveri, con semplici fori nudi che si aprivano sulla terra. La comunicazione tra gli abitanti della città avveniva soltanto da un pozzo e l’altro.

Con l’idea di avere il meglio, ognuno cominciò a riempire i pozzi con le cose. Così alcuni pozzi si riempivano di gioielli, oro e pietre preziose. Altri di cose più pratiche come elettrodomestici e apparati tecnologici. Alcuni abitanti optarono per l’arte, e li riempirono di quadri, pianoforti e sculture sofisticate. Infine, gli intellettuali li riempirono di libri, manifesti e riviste specializzate.

Un pozzo, piccolo e lontano dal centro della città, fu costretto ad aumentare la sua capienza scavandosi per farsi più profondo. Si rese conto se avesse voluto essere più profondo doveva svuotarsi di ogni contenuto … In un primo momento ebbe paura del vuoto, ma quando vide che non aveva alcuna possibilità, lo fece. Svuotato dalle cianfrusaglie, il pozzo cominciò a sentirsi più profondo, mentre altri continuavano a riempirsi di robacce …

Un giorno il pozzo, che cresceva in profondità, ebbe una sorpresa: dentro, molto dentro, molto in profondità, trovò acqua! Mai prima d’ora si era trovato un altro pozzo con dell’acqua … Il pozzo vinse la sorpresa e incominciò a bagnare le pareti, a spruzzare acqua fuori dai bordi finchè l’acqua uscì dall’orlo come un fiotto.

La città di solito era bagnata solo dalla pioggia, che in realtà era piuttosto rara; e così il terreno intorno al pozzo, rivitalizzato, cominciò a svegliarsi. La vita esplose piena di colori intorno a tutto il pozzo che da quel momento fu chiamato “Il giardino”. Tutti gli chiesero come avesse ottenuto il miracolo.

“Nessun miracolo – rispose- perché occorre cercare dentro, nel profondo”.

Molti volevano seguirne l’esempio, ma abbandonarono l’idea quando si resero conto che avevano bisogno di andare più in profondità e dovevano svuotarsi.

Dall’altra parte della città, un altro pozzo decise di correre il rischio del vuoto … E cominciò ad andare in fondo … E finalmente sgorgò acqua e si creò una seconda oasi verde nella città …

“Che cosa farai quando l’acqua si esaurirà?” gli chiesero.

“Non so cosa succederà – rispose – ma per ora quanta più acqua tiro su, tanta più acqua continua a sgorgare dal profondo”.

Trascorsero alcuni mesi dopo la grande scoperta.

Un giorno, quasi per caso, i due pozzi si resero conto che l’acqua che avevano trovato nelle loro profondità era la stessa …

Quello stesso fiume sotterraneo, passando sotto l’uno forniva acqua anche all’altro.

Si aprì per loro una nuova vita.

Non solo potevano comunicarsi di pozzo in pozzo in superficie, ma la ricerca aveva fornito anche un nuovo e segreto luogo di contatto: la comunicazione profonda che solo ottengono, tra di loro, quelli che hanno il coraggio di svuotarsi di futilità e di cercare dentro il proprio essere quello che devono dare …

Considerazioni personali:

Quei pozzi erano come gli esseri umani: riempivano la loro vita di cose inutili senza lasciare spazio alle gioie dello Spirito.

Per poter entrare dentro di noi in profondità dobbiamo far tabula rasa di tutte le “cianfrusaglie” accumulate nel corso della vita ( o delle vite).

Se il nostro “pozzo” interiore è colmo di roba materiale si comprenderà benissimo che non ci potrà essere posto per il “cibo dell’Anima”.

Non è facile…ma non è assolutamente impossibile. Lo strumento più adatto per far questo si chiama “Discernimento”.

Gli uomini che non sanno ( che ignorano ) lavorano tutta una vita ( o più vite ) per accumulare ricchezza, potere, beni materiali, ma queste non durano in eterno quindi sono irreali. Ci sono altre “cose” più grandi e più importanti di queste e che, appena scoperte, offuscano e fanno perdere interesse a tutte le altre.

La scelta tra le cose irreali e quelle Reali non dovrebbe essere difficile se l’essere umano persegue il bene ad ogni costo nella sua esistenza.

Ma il corpo e l’Uomo, la personalità e l’Anima, sono cose differenti; molto spesso ciò che l’Uomo (Anima) vuole non è sempre quello che il corpo ( personalità) desidera.

E da ciò nascono i conflitti che danno origine alle malattie e ai problemi di ogni genere.

Quando il tuo corpo ( personalità) desidera qualcosa, prima di esaudirlo, sosta e rifletti: “Io veramente desidero quella cosa?”

Ma è necessario andare in profondità del nostro Essere, come fece il piccolo pozzo, per trovare la parte Cristica o Buddhica in noi, per ascoltare la voce dell’Anima che è la voce di Dio.

Cerchiamo di non confondere i nosri corpi ( fisico, astrale, mentale) con l’Uomo Vero, l’Anima. Ciascuno di essi pretenderà di essere il Sé per ottonere tutto quello che desidera.

Per oggi bastano questi pensieri per riflettere e …cambiare se ne sentiamo la necessità…

Un abbraccio di Luce e Pace

per tutti e buon fine settimana

con Amore Francesco

das Atmananda (G.B.)

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