RADIOWEBITALIA
1 maggio 2012
“Fazio una tempesta di metafore. “Tocca” i piccoli vanitosi tronfi e boriosi aberranti e vergognosi signorotti che abusano di potere contro le fasce più deboli. Per rendersene conto un paragone è d’obbligo con Saviano che invece ha “sparato” su nomi grossi e conosciuti. Facile. L’autore, che personalmente conosco, è un poliedrico camaleonte. Giunto alla sua terza opera, la più importante che racchiude con un filo conduttore undici anni di riflessioni, pensieri, volgarità, esaltazioni, scandali e che come ama dire lui stesso, parafrasando l’amico Franco Battiato, affondano lo stivale dei maiali. Lo affonda in quest’opera geniale divertente e cruda al contempo. Opera rivelatrice opponendosi ai “grossi magnati” che ci manipolano e ai “piccoli disperati” che con canne in mano scendono in piazza favorendo chi contestano… senza mai svelare che loro possono essere anche peggio di chi sta un attimo più in alto. Fazio parla di musica incrociata alla fede, di Dio svelato nel porno, di violini sani “Violinisti in jeans” e di violinista malato dove Fazio fa emergere tutto l’odio per gli arroganti. L’apice dell’opera viene toccata nella dissertazione sul concetto di scuola e di Università dove senza peli sulla lingua e con una disamina perfettamente logica attacca con metodo risolutivo. Con la sua vena ironica e straziata, col suo umor cupo ma non sconfitto, infine, ci regala qualche notizia di vita privata dove si pone l’interrogativo dominante: come fa a passare da uomo modesto ma carismatico e proseguire verso pensatore sovversivo anti-ontologico mantenendo una bontà riconosciuta socialmente ovunque quest’artista si muove?”