E’ sempre improvviso ed imprevisto riuscire a cogliere in un pomeriggio di inverno nordico, sensazioni di nostalgia del concetto di malinconia. Smanettavo il mio ormai vecchissimo computer e le condizioni di vista e ascolto non sono le migliori. Rivedevo e ricalcavo foto… immagini che ti riportano ad un tempo che stavi benissimo e poi quel tempo che è andato via e si è dissolto in litri di nullità. Le menzogne sono sempre i cavalli di battaglia degli invidiosi o dei cattivi o dei maledetti e nessun orizzonte, mezzo, compensazione ti apre il respiro. Quotare la nebbia del nord verso il confine svizzero, in quel 31 dicembre 2015, non ha sortito effetti. Ti dai come meglio credi e sempre una mazzata… anzi no, un boomerang torna indietro che impassibile ti fa assistere alla tua sconfitta e al tuo dolore. “Benvenuto tra gli umani” dice l’amico mio sommo. A me starebbe bene essere Alice nel paese… non so quale, ma esserlo mi starebbe bene… sarebbe bellissimo! VIRI CHI BELLU… così, ascolto quel brano, sotto vi è scritto che è del compositore mio concittadino Alessandro Farruggio, col quale ho anche lavorato anni fa, per un progetto letteromusicale, un bel progetto, ODO VOCI. Ma possibile che sia lo stesso Alessandro Farruggio? Si lo è. Alessandro è un musicista non poliedrico ma camaleontico, e su ciò non vi sono dubbi. Non mi sentirei mai di associarlo ad uno stile, pop? grung? punk?, nooo… azzarderei il paragone, ma forse è troppo da una parte Brian Eno, con la sua sperimentazione costante e in mutazione avventistica, dall’altra il pessimo (per me) Marco Castoldi, uomo di massoneria bompianiana del circuito Battiato/Sgarbi e radical chic del cazzo vario. Con VIRI CHI BELLU (allego il link per ascoltarlo in soundcloud.com), tutte le assonanze tribali del siciliano alto, non medio, tengo a precisarlo, tutte le dissonanze scambiate per ignoranza, (ma l’ignorante chi è? se non l’intellettuale che ti porta sempre e solo la rottura di coglioni come Liolà in teatro?) che Farruggio mette ed elabora nel brano succitato, emozionano alla vista e all’udito. Alla vista perchè? Lo spiego. Farruggio è un tatuato in diverse zone del corpo, io alla prossima età di 42 anni scopro che mai ho odiato il tatuaggio (dopo averlo dichiarato per troppi anni… ma questa è un’altra storia… la storia di un dolore mai passato che forse giunge a compimento e fine), bensì mi sono stati indotti pregiudizievoli condanne ai tattoo e ai tatuatori, quando la condanna dovrebbe essere incline all’ambiente, statistica dell’ottobre 2013 dichiara che uso e consumo di ciò che è ignoranza da apparenza e di apprire è il mondo del colore: tutti stanno diventando tatuatori, mentre musicisti, già da anni uno per porta: e la qualità? Nella figa di una troia che si concede ad un tatuato. Bene, Farruggio è un odiosissimo e antipaticissimo intelettuale con dei tatuaggi che meriterebbe di aver le braccia bruciate, perchè nel suo corpo stanno malissimo e invece poi scopri che è anche il musicista nonché la voce del brano VIRI CHI BELLU che porta la bellezza e la novità del folklore tradotto dal talento della sperimentazione, dal maestro di musicoterapia, dal genio fastidioso e non maledetto. Perchè Farruggio mette al mondo creature uniche e poi prosegue il suo percorso nella filantropia (non dimentichiamo la sua partecipazione al brano messo su dai NIggaRadio contro gli abusi di tasse e sottomissioni assieme ad altri 50 e più musicisti) e nella scelta della sperimentazione. Talvolta dura da comprendere, altre non necessita, altre ancora pedagogica e propedeutica per quei piccoli exploit che sembrano popolari, ma tali non sono. Avevo necessariamente bisogno di dedicare una recensione al lavoro di Alessandro, non sarò stato all’altezza, ma sono appagatissimo di aver scritto.
https://m.soundcloud.com/concretemusic23/alessandro-farruggio-viri-chi