Da La Sicilia del 22 febbraio 2024

«L’occidente ha bisogno di relax»

Il nuovo volume di Dejanira Bada, “Il libro della consapevolezza, un vero e proprio excursus alla scoperta della disciplina yoga, della meditazione e della mindfulness

L’estate scorsa, Dejanira Bada, ospite della IX edizione del “Battiati International Jazz Festival & Literature”, diretto da A. Petralia, annunciava in anteprima la pubblicazione, per i tipi di Gribaudo, della sua nuova opera, “Il libro della consapevolezza” (pp. 256, € 22), con promessa che avrebbe concessoci l’intervista per il nostro giornale, che di seguito riportiamo. Perché sempre più persone si rivolgono alle pratiche meditative che arrivano dall’Oriente? «Pensa che il primo titolo che diedi a questo libro era “Perché si pratica yoga, oggi?”. Poi, mentre lo scrivevo, mi sono resa conto che sarebbe stato troppo limitante, perché non cerco di rispondere soltanto a questa domanda. Si tratta di un vero excursus alla scoperta dello yoga, della meditazione e della mindfulness. Ad ogni modo, l’Occidente non è “impazzito”, semplicemente ci sono milioni e milioni di persone che sentono sempre di più la necessità di porsi domande, di conoscersi, di gestire acciacchi fisici e disagi mentali non solo con le nostre conoscenze occidentali ma anche con la saggezza dell’Oriente, e una cosa non esclude l’altra. Le persone sono sempre più stressate ma anche curiose di provare nuove strade per raccapezzarsi in questa vita così complessa. Altri, invece, hanno trovato in Oriente anche delle nuove vie religiose.»

È utile diventare “consapevoli”? «Dovremmo tutti imparare ad accrescere la nostra capacità di stare nel momento presente, perché, in realtà, la maggior parte di noi, passa il tempo altrove. Si è soggiogati continuamente dai pensieri, si vive nel passato o nel futuro, desiderando oppure odiando, giudicando, rimpiangendo o sperando, e intanto la vita scorre. La consapevolezza è fondamentale per tornare a prendere contatto con il qui e ora, per capire chi siamo, dove ci troviamo, dove pensiamo che andremo, e come vogliamo vivere questo breve tempo che ci rimane.» “Il libro della consapevolezza”, un testo indispensabile per chiunque insegni o pratichi queste discipline. Ha chiesto anche il parere ad affermati insegnanti di yoga e meditazione e a persone che praticano o non hanno mai praticato: come mai questa scelta? «Questo libro è un po’ un saggio/inchiesta, non un libro di autoaiuto. Ho voluto indagare e capire profondamente che cosa spinga le persone a iniziare a meditare, e ho trovato naturale chiedere il parere a monaci come il Maestro zen Tetsugen Serra, a storici insegnanti di yoga come Antonio Nuzzo e Gabriella Cella, a Nunzio Lopizzo, Responsabile Nazionale Settore Ginnastica Yoga CSEN, e a tantissimi altri. Tratto molti temi all’interno di questo libro, dal tabù della morte alla ricerca della felicità, dal come si faccia a diventare insegnanti di yoga al cosa è diventato questo ambiente. Parlo di vacuità, di nulla, di esistenzialisti, ce n’è per tutti i gusti!» Un libro per fare chiarezza, dunque: cosa l’ha fatta innamorare dell’Oriente? «Con questo libro spero davvero di aver fatto un po’ di chiarezza e di aver aiutato i lettori a capire un po’ meglio cosa siano lo yoga, la meditazione e la mindfulness, cosa accomuna queste discipline e cosa le distingue, e, per farlo, ho dovuto cominciare dalla meravigliosa ed enigmatica India, da millenni fa, ben prima della nascita di Cristo. Mi ha fatto innamorare dell’Oriente la sua filosofia, la sua immensa saggezza e grandezza di pensiero. Inoltre, in Oriente ho trovato qualcosa che noi occidentali abbiamo un po’ perso: la pratica, la meditazione, che ormai accompagna ogni giorno della mia vita.»