Da La Sicilia del 15 dicembre 2023
Una “prigione” che aiuta a diventare persone libere
Il ritorno in libreria, da autore, di Salvatore La Porta, ancora una volta sorprende. Il precedente “Elogio della rabbia” fece un notevole clamore. Con non meno certezze si presenta il nuovo: “L’isola del capitano Almeida” (San Paolo, pp. 256, € 18,00). Seppur il titolo indurrebb a pensare che trattasi di un romanzo (molto intrigante) per ragazzi, dai 12 anni in su, lo stesso autore conferma che «l’ho scritto per tutti, per i lettori adulti e per i ragazzi», ed è proprio vero perché l’enorme metafora che tratta il romanzo la si scorge sin dalle prime pagine dove un ragazzino trovansi improvvisamente – e claustrofobicamente – in un sacco.
Sembrerebbe essere liberato dopo le richieste di aiuto, ma in verità altro non è che prigioniero di un pirata, il capitano Almeida che scoprendo le sue doti, che oscillano tra la profezia e l’intuizione, gli fa credere di averlo reso libero. In verità da una ‘prigione’ passerà a un’altra, quella di essere usato per scopi di convenienza del pirata. Il giovane rendendosi conto di questo tranello non potrà fare molto, ma frattanto che il tempo scorre si accorge di essere un disciplinato combattente picchiatore per difesa. Tra un movimento di ricerca del ricordo, la memoria sembra non dargli tregua, non ricorderà infatti nulla del suo passato e il raggiungimento di un’isola assieme al capitano, l’autore ci mette di fronte a concetti quali le riflessioni, la forza e la determinazione come grandi atti che volgono a farci diventare persone libere. Non inganni la narrazione scorrevole e “che ci fa leggere il libro tutto d’un fiato”: è in questa leggerezza che La Porta, spalma rigore e decisione tra l’atto del pensare e quello dell’azione, inevitabilmente necessario per giungere a vittorie. Un romanzo per ragazzi. Un manuale per adulti.