Da La Sicilia del 12 dicembre 2023
Il “lessario” in cui la licenza poetica scardina il linguaggio scritto
Nella bella silloge “Contro la musica” (Il Convivio, pp. 64, € 11,00), lo scrittore e poeta siciliano Francesco Gianino punta dritto al cuore del vivere comune. Il ‘lessario’ si presenta tra i più comprensibili, dove la licenza poetica permette di scardinare la necessità del linguaggio scritto: infatti non poche sono le locuzioni dell’edificante parlato: edifica Gianino, permettendo a tutti di vivere l’esperienza musicale (i titoli, rigorosamente in incidentale), melodica, cantilenante che il catanese, più che il siciliano, presenta come connotato per essere riconosciuto ovunque. Di questo cosa ne fa?
Si oppone, proprio come il titolo (che sembrerebbe richiamare anche sulfuree aree sgalambriane). Ci e si diverte l’autore, già noto al pubblico per due lavori che gli diedero notevoli riscontri (l’esperienza su un’isola annessa alla Sicilia e la passione per la carne di cavallo traslitterata in opera artistica di livello altissimo, n.d.r.), anche se questo ritorno negli scaffali libreschi è davvero inaspettato. Chi è il Gianino vero? Il puntiglioso e scrupoloso oratore (per iscritto) di “contro la musica/ perché una sola volta siamo/ l’età che viviamo” o lo sciaguratore che esalta le masse per una causa reale (dunque non un volgare populista) quando asserisce che “la grammatica del suono/ è una trasfusione di sputi/ in provetta”? Geniale e coraggioso come non molti, Gianino rimane all’ombra, frattanto che la sua lena scrivente, gode e cerca l’ombra, svelandone l’antitesi per il mondo, ma mascherando ciò che sta al ribasso come punta d’iceberg: certi di conoscerci siamo inqualificabilmente sconoscitori sperperanti di insipide chiacchiere che a dire “da bar”, è un’offesa alla natura, unica azione possibile, pura.