Da La Sicilia del 7 novembre 2023
“Modus in rebus”, gioiello psicologico sui generis
Partiamo dal presupposto che se tutto è possibile, anche l’impossibile lo è, e questa locuzione altro non definisce la difficoltà d’interpretazione del nuovo romanzo di Riccardo Ferrazzi : “Modus in rebus” (Morellini, pp. 300, € 19). Non vi si allarmi: difficile è la scelta ermeneutica durante la lettura, anche se non ti blocca e ti trascina a continuare. Ma entriamo nel merito prima di esporci. Vittorio Fabbri si trova in Spagna e per lavoro e per amore di Maite. Frequenta i soliti amici e conclude gli affari. In attesa di rientrare a Milano viene coinvolto in un omicidio e un poliziotto, Lopez Gil, tenta di accusarlo ad ogni costo. Si apre un’inchiesta dove emergono intrighi, ma Vic, così lo chiamano gli amici, riesce a tornare a Milano.
Nel capoluogo meneghino, trascorso del tempo, incontra Bianca che ricorda Matie: si innamora. Nuovamente omicidi, stavolta due, e anche un giorno di arresto. Stranezze! Vic deve essere operato causa una aneurisma, durante il ricovero, una donna orbita nella clinica e il mistero si infittisce: questa conosce alcuni episodi della vita di Vittorio. Fermiamoci, sembra un classico giallo/noir/thriller che si conclude con una risposta. Preparatevi: tutto ciò che ha da venire è una suspance ansiogena che porta il lettore a risoluzioni. Quali? Una frase colpisce più di ogni altra che è la risoluzione appunto del rebus (ecco il titolo): pag. 294 “[…] il vento dell’ovest che solleva paglia e polvere, ansima burrasche e cancella le stagioni della vita”. E ancora: chi sono gli autori degli omicidi? E le tre donne che Victor incontra? Alla lettura, necessaria, di questo piccolo gioiello psicologico, le risposte. Ferrazzi è una fucina di innovazione, complesso anche descriverne la bravura su come riesce a incollarti al libro: in attesa di? Da leggere!